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Progetto parco, tutela e valorizzazione dell'ambiente nel ... - Planeco

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vere e proprie mulattiere che non avrebbero alcun senso se non si ipotizzano<br />

antichissimi scambi. V'è il Vado di Corno 1924 m. s.l.m.) attraverso il quale da Campo<br />

Imperatore che è quasi tutto sotto la giurisdizione di Odorisio si piomba con un'ardita<br />

mulattiera su S. Nicola a Corno che è ugualmente sotto la giurisdizione di Oderisio.<br />

V'è il vado del Piaverano (2327 m. s.l.m.) (strano nome sul quale bisognerebbe<br />

indagare) attraverso il quale si piomba con mulattiere su Pretara che è ubicata ai piedi<br />

di un colle sulla sommità del quale vi è un castello fortezza dei conti di Pagliara. Il Vado<br />

di Siella (1725m. s.l.m.) che è attraversato da una mulattiera che conduce <strong>nel</strong> Pennese,<br />

e ancora sempre più a sud-est l'attuale Vado di Sole (1621m. s.l.m.), il Vado di<br />

Cannatina e infine più importante di tutti, perchè il più agevole , la Forca di Penne (918<br />

m.s.l.m.).<br />

Una domanda sorge spontanea: come Oderisio di Collepietro avrà gestito questa<br />

estensione così vasta di territorio? Si pensi per un attimo alla ripresa della transumanza<br />

che appunto <strong>nel</strong> feudo Carapelle-Pagliara trovava le sue migliori condizioni di essere<br />

realizzata. Lo sfruttamento di un pianoro delle dimensioni di Campo Imperatore che<br />

permette l'estivazione di migliaia di capi di bestiame minuto ha indubbiamente bisogno<br />

di centri di servizio permanenti che oltre a svolgere funzione di punto di riferimento<br />

organizzativo consentano anche alla transumanza di non trasformarsi in nomadismo. E<br />

d'altronde è noto che le strutture giuridico-consuetudinarie normanne prevedevano il<br />

feudatario fosse tale solo "quo ad demanium non quo ad dominium" cioè i beni<br />

dati in feudo erano considerati sempre ben nazionali, cioè la concessione feudale<br />

consisteva soltanto <strong>nel</strong>la parte beneficiaria, assai essenzialmente in un possesso<br />

precario che dal principe si poteva concedere ai privati cittadini in cambio di<br />

personali servizi(22). Accadeva invero che l'unico modo di obbligare i soggetti a<br />

prestazioni personali di qualsiasi genere era quello di offrire loro l'uso della terra. Una<br />

forte limitazione del diritto feudale classico che dovette assecondare un notevole<br />

ripopolamento frutto di un uso più favorito di terre e pascoli.<br />

In questa linea di tendenza generale si inserisce appunto la ripresa della transumanza:<br />

Dice a tal proposito V.Von Falkenhausen:<br />

"ritengo che sotto i Normanni l'allevamento del bestiame fosse aumentato, in quanto<br />

con l'ampliarsi della grande proprietà fu destinato maggior spazio alle aree di<br />

pascolo"(23)<br />

Il punto di arrivo di questo flusso di bestiame era infatti costituito dalle terre del<br />

demanio regio che così divenivano estremamente redditizie mediante il pagamento della<br />

fida. Dice a tal proposito il Marongiu integrando un pensiero del Calasso:<br />

"Non tutte le città o terre vennero infeudate, molte essendo rimaste riservate al diretto<br />

governo del re, accorgimento il quale valse già di per sè a non far sorgere o frantumare<br />

dove fosse per avventura già sorta, la muraglia che in uno Stato completamente<br />

feudalizzato si crea fatalmente tra il potere regio e i sudditi"(24)<br />

E tale barriera, lo si è visto attraverso l'assise di Giglielmo II che sancì la ripresa della<br />

transumanza , non certo si era stabilita nei confronti dei pastori che proprio con la<br />

presenza normanna vede la legittimazione di un andare e tornare dalla propria terra, gli<br />

Abruzzi, a terre forestiere, le Puglie, con possibilità quindi di allevare greggi veramente<br />

cospicue. Il verde eldorado pugliese è costituito dal demanio regio che non attende<br />

altro che le greggi dalle quali ritrarre cespiti tributari. In questa situazione, quanti si sono<br />

insediati <strong>nel</strong>le zone pedemontane del Massiccio avranno indubbiamente sentito il bisogno<br />

di coagulare in castrum.<br />

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