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Progetto parco, tutela e valorizzazione dell'ambiente nel ... - Planeco

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De habondantiore vero nostra benevolentia concedentes fratribus eiusdem monasterii<br />

plenaria et perpetuam libertatem emendi que emenda et extraendi, que empta sunt, et<br />

vendendi ac inducendi que sunt vendenda, et transeundi di libere terra marique, indultis<br />

ubique eis per totam terram demanii nostri thelionatico, plateatico atque passagio de<br />

rebus pariter et personis, eximinus et absolvimus eos et monasterium eorundem ab<br />

omnibus collectis, taliis, exactionibus et aliis vexationibus comitum vel baronum seu<br />

baiulorum nostrorum et ab omni servitio seculari.<br />

Si ribadisce inoltre quella libertà di transumare che già in una certa misura s'era<br />

riconosciuta <strong>nel</strong> documento di fondazione concesso dal conte Berardo:<br />

Concedimus et confirmamus eis libera pascua pro animalibus suis per totam demanii<br />

nostri tam in maritimis quam montanis, absque herbatico et glandatico, et liberum usus<br />

lignorum tam viridium quam siccorum pro construendis et reparandis dominus et aliis<br />

suis necessitatibus procurandis, absque alicuius exactione datii sive servitii, et si in alia<br />

terra comitum vel baronum aliorumque fidelium nostrorum eadem sibi ab ipsis dominis<br />

libertas concessa fuerit pascuorum cedendorumve lignorum similiter confirmamus<br />

eisdem.<br />

Si preclude in un certo qual modo, Federico II, anche il diritto sovrano (ma la<br />

preclusione acquistava ovviamente solo il sapore della proclamazione di un<br />

intendimento) di recedere o di disporre in maniera diversa :<br />

Ad hec, licet in quibusdam privilegis nostris illam clausulam iussimus apponi, qua<br />

dicitur: salvo mandato et cetera, a presenti tamen privilegi eam de gratia nostra<br />

decrevimus amovendam.<br />

Si conclude il diploma con il divieto analogo a quello della regola cisterciense di<br />

operare all'intorno degli edifici di S. Maria di Casanova.<br />

Denique inhibemus, ut infra septa ipsius monasterii et ecclesiarum grangiarumque<br />

suarum nulla temeraria presumptio vel violatio sue illicita conventio ab aliquibus fiat,<br />

unde possit fratribus seu rebus dampnum seu scandalum evenire.<br />

Il documento è per il nostro tema di notevole interesse. Ad esso abbiamo già fatto<br />

riferimento quando appunto s'è parlato della di S.Maria del Monte di Paganica fondata<br />

prima del 1222. Il privilegio di Federico II ci permette di fissare approssimativamente<br />

la data di fondazione di questa importantissima grancia i cui resti si ergono ancora<br />

imponenti e suggestivi <strong>nel</strong>l'altipiano di Campo Imperatore. Sono ancora visibili intorno<br />

ai ruderi amplissimi "mandroni", ovverossia stazzi connessi allo stabile della grancia. La<br />

stessa grancia, per quanto ne è ancora visibile, sembra ripetere il tipo edilizio della<br />

masseria con ampi fondali e stalle; le sue dimensioni, imponenti se messe in relazione<br />

con l'altitudine e con la mancanza di strade, testimoniano di uno sforzo razionale di<br />

bonifica che trova soltanto altri pochi esempi analoghi in tutto i massiccio. S.Maria del<br />

Monte dovette essere un centro di smistamento di bestiame intorno al quale<br />

sicuramente gravitò un'imponente massa di lavoro umano che dovette comportare un<br />

notevole investimento di capitali. Il documento lascia chiaramente intendere il tipo di<br />

economia sul quale si fonda questo primo impianto cistercense.<br />

Quasi contemporaneamente all'impianto di S. Maria del Monte, ovvero <strong>nel</strong> 1922,<br />

viene fondato il monastero di S.Spirito d'Ocre da parte del conte Berardo e di sua<br />

madre Realda in territorio forconese.(44) S.Spirito verrà aggregato a S. Maria di<br />

Casanova. tale aggregazione comportò un collegamento tra S.Maria del Monte e lo<br />

stesso S. Spirito.<br />

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