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Progetto parco, tutela e valorizzazione dell'ambiente nel ... - Planeco

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...........................con schema in sovrapposizione tra l’area di studio<br />

7.2. Le potenzialità produttive agricole<br />

L’ipotesi di uso ottimale del suolo, ottenuta attraverso l’applicazione della<br />

metodologia Land Classification,descritta <strong>nel</strong> paragrafo 5.4, consente di verificare<br />

alcune possibilità attinenti il settore produttivo primario.<br />

Sulla base di questa metodologia il versante meridionale della montagna si vede<br />

confermare la sua vocazione storica di pascolo, con una preponderante dimensione<br />

spaziale ritenuta idonea per questo scopo.<br />

Già da molti anni diversi autori hanno però evidenziato la condizione di<br />

degrado in cui versa il pascolo del Gran Sasso a causa dell’eccessivo sfruttamento 101 ,<br />

e quindi l’esigenza di interventi migliorativi tramite risemine.<br />

L’opportunità di incentivare, soprattutto in senso qualitativo, l’attività<br />

zootecnica rende consigliabile senza alcun dubbio la programmazione di azioni di<br />

riqualificazione del pascolo e di razionalizzazione del suo uso.<br />

Abbastanza ampie ed estese risultano, perimetralmente al territorio di studio,<br />

anche le aree seminative, concentrate prevalentemente <strong>nel</strong>la valle del Fiume Aterno<br />

verso sud e <strong>nel</strong>la fascia collinare pedemontana settentrionale. La utilizzazione degli<br />

spazi agricoli a più elevata produttività dovrebbe evolvere, soprattutto <strong>nel</strong> settore<br />

meridionale, verso forme di conduzione più organiche che possano collegarsi anche<br />

con altre tipologie di attività, quale quella agrituristica.<br />

La penalizzazione produttiva causata dalle condizioni climatiche legate alle alte<br />

quote, nonchè il progressivo depauperamento delle estensioni agricole dovuto alle<br />

pressioni di urbanizzazione - questo soprattutto <strong>nel</strong>l’hinterland del capoluogo aquilano -<br />

deve essere compensata da una qualità produttiva, e da una organizzazione gestionale<br />

e promozionale di questa qualità, tutta da inventare.<br />

Evoluzione del settore verso forme produttive alternative e biologiche,<br />

<strong>valorizzazione</strong> commerciale e turistica di alcune, rare, colture tradizionali,<br />

riorganizzazione aziendale, integrazione con altri rami di attività, quale quello già citato<br />

del turismo, recupero e mantenimento dei paesaggi agricoli storici, potrebbero fornire<br />

stimoli interessanti per una agricoltura “<strong>nel</strong> <strong>parco</strong>”, ma da pianificare <strong>nel</strong> dettaglio<br />

mediante uno specifico strumento dedicato.<br />

Molte iniziative in Italia sono state condotte per restituire al settore agricolo una<br />

dignità qualitativa avente valenza operativa oltre che “sperimentale” in nuovi campi<br />

produttivi. Certamente da citare l’attività svolta in Umbria <strong>nel</strong> settore vivaistico, ad<br />

opera delle Comunità Montane, con lo scopo primario di rilanciare produzioni<br />

tradizionali quali l’olivicoltura, o i “Campi sperimentali” per la coltivazione delle piante<br />

officinali impiantati in varie zone delle Alpi.<br />

Ma attualmente la montagna può assolvere una funzione importante <strong>nel</strong>la<br />

produzione di qualità, se teniamo conto ad esempio che oltre trecento dei 400 prodotti<br />

caseari censiti dall’ “Atlante dei prodotti tipici” dell’Istituto Nazionale di Sociologia<br />

101Rivera V.: Sulla degradazione botanica delle zone alte pascolative dell’Abruzzo aquilano. La Ricerca<br />

Scientifica, anno XXX, n.2. Roma 1960.<br />

Tammaro F.:I pascoli del Gran Sasso aquilano. Modificazioni di origine antropica del paesaggio naturale.<br />

Bollettino Sezione C.A.I. L’Aquila, III s., n.25. L’Aquila 1992.<br />

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