Progetto parco, tutela e valorizzazione dell'ambiente nel ... - Planeco
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di pregio, tradotti in valori numerici discreti, sui singoli elementi componenti ogni<br />
categoria analizzata 28 .<br />
Da notare che quasi sempre si tratta di valori calibrati su scale chiuse in<br />
quanto, come e' intuitivo, l'assegnazione di un valore o di un altro ad un certo<br />
elemento ambientale puo' avvenire essenzialmente sulla base di un giudizio di qualita'<br />
relativa e non certo assoluta. Individuati pertanto gli elementi estremi di inizio e di fine<br />
scala si vanno, con criterio induttivo, ad attribuire i restanti valori.<br />
Il risultato complessivo in termini di valenza ambientale pluritematica, da<br />
tradurre poi in gradi di compatibilità per usi diversi e in normativa, e' ottenuto con<br />
procedimento di sommatoria per sovrapposizione, i cui addendi sono i singoli valori<br />
tematici attribuiti.<br />
Il disegno della zonazione finale viene conseguito assegnando alle predefinite<br />
fasce di uso e di <strong>tutela</strong>, secondo uno schema di tipo "cluster", le singole porzioni<br />
elementari di territorio indagato in funzione dei "punteggi" totalizzati.<br />
Si evidenzia facilmente che, se la individuazione delle emergenze, la loro<br />
tipizzazione e la loro perimetrazione, possono ragionevolmente ritenersi dei passaggi<br />
ben oggettivabili, soprattutto se gestiti per i vari tematismi mediante strumenti<br />
specialistici, molto piu' discutibile appare il procedimento di "numerizzazione" dei valori,<br />
per quanto sofisticato possa essere il metodo seguito.<br />
In ogni caso, soprattutto se si maneggiano parametri di origine naturale, in termini<br />
olistici si sarebbe portati a dubitare di risultati di valenza complessiva semplicemente<br />
dedotti dalla sommatoria di piu' presenze contemporanee.<br />
Inoltre sarebbe necessario pensare quanto meno ad una attribuzione di valori che<br />
prenda in considerazione aspetti quali la vulnerabilita' della risorsa, la sua eventuale<br />
riproducibilita', la effettiva difficolta' di alterazione, le ricadute sociali ed ambientali di<br />
questa alterazione, distinguendo di conseguenza in via pregiudiziale, con pesi diversi, le<br />
emergenze faunistiche, quelle vegetazionali, quelle geologico-morfologiche, quelle<br />
culturali.<br />
Un altro criterio utilizzato per addivenire ad un risultato di zonazione territoriale a<br />
fini di <strong>tutela</strong> consiste in una sommatoria non di valori parametrizzati, bensi' dei perimetri<br />
stessi di una serie di aree interessate da diverse emergenze ambientali suddivise per<br />
categorie 29 .<br />
Stabiliti gli elementi rilevanti sotto il profilo vegetazionale, zoologico, storicoarchitettonico,<br />
geologico, paesaggistico si analizzano le localizzazioni e le<br />
concentrazioni di questi elementi, incorporando i profili di inviluppo all'interno delle<br />
macrozone che la circostanza operativa richiede.<br />
28 Un esempio in tal senso e' fornito dalla metodologia seguita per la redazione del Piano Regionale Paesistico<br />
della regione Abruzzo, approvato con delibera di G.R. n.2308 del 22.04.86.<br />
Regione Abruzzo, Settore Urbanistica e Beni Ambientali, Criteri metodologici per la redazione del Piano<br />
regionale Paesistico, RDR, Raccolta Documenti Regionali, Vol.1, Teramo 1989.<br />
29 Questa linea operativa e' stata utilizzata <strong>nel</strong>l'ambito della ricerca "<strong>Progetto</strong> Gran Sasso", finanziata con fondi<br />
ex M.P.I. 40%, svolta dall'Universita' dell'Aquila e coordinata dal Prof. Gian Ludovico Rolli.<br />
ROLLI G.L., ROMANO B., <strong>Progetto</strong> Gran Sasso, metodologia per la pianificazione della <strong>tutela</strong> e della<br />
<strong>valorizzazione</strong> di un'area montana di alto valore ambientale. Dipartimento di Architettura e Urbanistica<br />
dell'Universita' dell'Aquila, L'Aquila 1988.<br />
Le risultanze di questo lavoro sono riportate <strong>nel</strong>la seconda parte del presente testo.<br />
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