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Progetto parco, tutela e valorizzazione dell'ambiente nel ... - Planeco

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L'apposizione di un vincolo di riserva generalmente comporta la presa d'atto,<br />

da parte dell'Ente istituente, di un rilievo naturalistico eccezionale del sito. Tale rilievo<br />

viene normalmente evidenziato attraverso specifici studi e segnalazioni di esperti scientifici<br />

o di enti culturali.<br />

Pertanto la presenza di una riserva è generalmente prova proprio di una<br />

eccezionalità ambientale, documentata, del luogo interessato.<br />

Pur tuttavia possono presentarsi casi nei quali l' istituzione di una riserva, anche<br />

del massimo grado di vincolo, derivi da procedure parzialmente diverse, anche se<br />

condotte con le migliori intenzioni ed in perfetta buona fede amministrativa. Più precisamente<br />

potrebbero verificarsi casi in cui è solo una opportunità contingente a spingere<br />

l'amministrazione competente ad istituire una riserva, magari sopravvalutando<br />

l'eccezionalità delle risorse presenti, o non intravedendo altri modi per evitare<br />

minacciose pressioni di trasformazione antropica.<br />

In questi casi i confini delle riserve appaiono quanto mai strumentali, agganciati<br />

a perimetrazioni amministrative, a limiti proprietari, etc... Ovviamente la presenza di<br />

fenomeni come quelli descritti va studiata <strong>nel</strong> dettaglio e comporterà delle correzioni ad<br />

hoc dalle traiettorie metodologiche di validità generale.<br />

Le grandi aree forestali compatte, al di là di qualunque giudizio circa il<br />

particolare pregio delle essenze vegetali presenti, rappresentano comunque una valenza<br />

naturalistica indiscutibile. Questo per il ruolo ecologico, in particolare per ciò che<br />

riguarda gli aspetti climatici, idrogeologici e soprattutto faunistici, rappresentando il<br />

bosco l'habitat preferenziale di gran parte delle specie animali presenti o reintroducibili<br />

77 .<br />

Le aree poste a quota superiore a 1800 m s.l.m. costituiscono parimenti dei<br />

beni ambientali da salvaguardare rigorosamnete. La selettività delle condizioni<br />

climatiche comporta la presenza di elementi soprattutto vegetazionali di notevole valore<br />

biologico. Inoltre questi spazi collocati al di sopra dei limiti della vegetazione arborea<br />

costituiscono degli ambiti paesaggistici sempre di grande rilievo associandosi quasi<br />

sempre alla presenza di importanti fenomeni geomorfologici ed orografici.<br />

L' inviluppo dei perimetri di questi elementi è stato effettuato facendo tuttavia in<br />

modo di non originare unità di <strong>tutela</strong> scollegate tra loro, creando dei corridoi di<br />

continuità biologica tra le aree che risultavano meritevoli dello stesso livello di<br />

protezione.<br />

Con un criterio analogo sono state inserite <strong>nel</strong>la Riserva Generale Orientata<br />

tutta quella serie di spazi che, pur avendo connotati ambientali di un certo rilievo, sono<br />

stati però in misura maggiore interessati dall' azione antropica, oppure hanno connotati<br />

di pregio ambientale minori rispetto a quelli attribuiti alla riserva integrale. Gli elementi<br />

che sono stati inglobati <strong>nel</strong>la Riserva Generale Orientata sono i seguenti:<br />

- Aree con fenomenologia carsica;<br />

- Zone A1 e A2 del Piano Paesistico Regionale ( che sono quelle dotate di maggior pregio<br />

ambientale) ed aree già interessate da vincoli equivalenti alla riserva generale orientata già<br />

operanti;<br />

77 Silvestri A..: Stato attuale della fauna silvestre dell’Appennino. In: Biondi E. (a cura): Il bosco<br />

<strong>nel</strong>l’Appennino. Comunità Montana Alta Valle dell’Esino, Centro Studi “Valleremita”. Fabriano 1989.<br />

Nello stesso volume si veda: Casanova P.:Massei G.: Valutazione del carico massimo teorico di Cervo, Daino e<br />

Capriolo in alcuni boschi appenninici.<br />

67

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