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Progetto parco, tutela e valorizzazione dell'ambiente nel ... - Planeco

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.....................parte metodologica eventualmente da introdurre in luogo appropriato...........<br />

Secondo l'impostazione "classica" dei piani di sviluppo turistico, la ricettività<br />

turistica consiste in una quota parte dell'offerta turistica che viene determinata in base a<br />

diversi criteri:<br />

A - un primo criterio fa discendere la quantificazione della ricettività dalle<br />

caratteristiche del bacino di provenienza della domanda turistica, in particolare della<br />

sua collocazione rispetto al comprensorio turistico e dalle relative connessioni,<br />

elementi in base ai quali si può determinare all'interno dell'offerta turistica che, come si<br />

è detto al Cap. 3 si suppone tutta coperta dalla domanda, una frazione più o meno<br />

consistente di pendolarismo giornaliero per motivi di ricreazione turistica e, per la<br />

quota residua, l'esigenze di una idonea dotazione di strutture ricettive;<br />

B - un secondo criterio di valutazione deriva dalla qualità dell'offerta turistica che,<br />

anche in condizioni di buona accessibilità giornaliera del bacino di utenza, può attrarre<br />

una quota più o meno consistente di presenze di durata sopragiornaliera, e quindi<br />

richiede una corrispondente dotazione di servizi;<br />

C - infine un terzo criterio fa derivare la quantificazione della ricettività dalla valutazione<br />

della dimensione e tipologia di strutture stabili la cui presenza sia ritenuta compatibile<br />

con la integrità <strong>dell'ambiente</strong> entro il quale le strutture devono essere collocate.<br />

Tale criterio sposta, opportunamente, i termini del problema dalla<br />

determinazione di una ricettività commisurata alla domanda di permanenza<br />

sopragiornaliera alla definizione di un dimensionamento della ricettività che non superi<br />

la soglia ritenuta compatibile con la conservazione dei valori essenziali del territorio.<br />

Questa valutazione di compatibilità è però di difficile determinazione, tanto è<br />

vero che non risulta sia stata espressa dagli studiosi del settore se non in <strong>nel</strong>la forma<br />

generica di una percentuale dell'offerta turistica, più o meno elevata in relazione inversa<br />

rispetto alla rilevanza delle risorse ambientali.<br />

Va anche considerato che le metodologie disponibili sono finalizzate, più che<br />

ad una valutazione aprioristica della dotazione massima di ricettività compatibile con<br />

l'ambiente, alla valutazione dell'impatto ambientale di singole opere di dotazione<br />

ricettiva già definite <strong>nel</strong>la loro fisionomia quali-quantitativa.<br />

Una volta quantificata la ricettività turistica, la metodologia classica prevede<br />

l’articolazione <strong>nel</strong>le fondamentali tipologie:<br />

- strutture a rotazione d'uso (alberghi, pensioni), anche di tipo specializzato (ostelli della<br />

gioventù, strutture ricettive per turismo sociale)<br />

- strutture residenziali temporanee (seconde case <strong>nel</strong>le diverse tipologie : ville,<br />

condomini, residence)<br />

- strutture provvisorie (campings, case mobili).<br />

Naturalmente per ciascuna di queste tre categorie viene valutata la quota di<br />

domanda già soddisfatta dalle strutture esistenti, e la quota da soddisfare mediante<br />

nuove strutture.<br />

Non affrontiamo in questa sede la problematica relativa alla evoluzione<br />

intervenute negli anni recenti <strong>nel</strong> rapporto tra queste diverse forme di insediamento ai<br />

fini del soddisfacimento della domanda di ricettività turistica, evoluzione che ha visto<br />

una sempre maggior penalizzazione delle forme di ricettività a rotazione nei confronti di<br />

quelle residenziali individuali.<br />

Va solo detto che la domanda di residenza temporanea manifestatasi negli anni<br />

recenti non è espressione, a nostro avviso, di una reale esigenza di ricettività turistica,<br />

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