Progetto parco, tutela e valorizzazione dell'ambiente nel ... - Planeco
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E’ però possibile esplicitare gli indirizzi di metodo mediante i quali possono<br />
essere valutati i tre aspetti sopra richiamati:<br />
a) l’analisi approfondita di questo punto va necessariamente rimandata al momento<br />
progettuale, in quanto presenta caratteri di estrema variabilità in funzione della tipologia<br />
dei vari spazi. In linea generale, si può affermare che alla determinazione della<br />
vulnerabilità ambientale concorrono essenzialmente i seguenti elementi:<br />
- la degradabilità del supporto fisico, delle entità idriche e delle manifestazioni<br />
climatiche (torrenti, cascate, specchi d’acqua, ghiaccia, nevai, etc..);<br />
- le caratteristiche delle associazioni vegetali presenti che possono essere più o meno<br />
resistenti a sollecitazioni di calpestio o di inquinamento vario (casi tipici le scioline di<br />
uso sciistico o gli additivi utilizzati per prolungare la presenza della neve al suolo);<br />
- le caratteristiche del substrato geologico del terreno, più o meno soggetto ad azioni<br />
erosive conseguenti alle azioni distruttive della copertura superficiale causate da<br />
autoveicoli o dalla stessa percorrenza pedonale se ad elevati livelli di frequenza e<br />
densità;<br />
- le caratteristiche ecologiche generali;<br />
- i ritmi stagionali dell’ambiente naturale (es. la maggiore suscettibilità al disturbo delle<br />
specie animali nei periodi riproduttivi).<br />
I limiti della tolleranza ambientale relativi agli elementi elencati possono derivare<br />
solo da una analisi speficica e specialistica dei vari aspetti, che utilizzi valori e parametri<br />
di origine sperimentale.<br />
b) Ogni attività ricreativa arreca all’ambiente un certo disturbo “caratteristico” variabile<br />
in funzione delle proprie usuali modalità di svolgimento.<br />
E’ evidente che le attività più disturbanti saranno quelle che necessitano del maggior<br />
supporto strutturale e infrastrutturale, o che provocano rumori, o che presuppongono<br />
elevate concentrazioni di persone o mezzi in ambiti spazialmente limitati.<br />
Le attività “di passaggio” (transito di uno stesso utente in uno stesso luogo per<br />
un massimo di due volte <strong>nel</strong>la stessa giornata ricreativa-tipo) arrecheranno di certo un<br />
disturbo inferiore a quelle “di stazionamento” (transito ripetuto e sosta prolungata<br />
<strong>nel</strong>l’ambito della giornata ricreativa-tipo).<br />
Sulla base di queste e di molte altre considerazioni è possibile stilare una<br />
classifica delle attività ricreative in ordine decrescente di impatto ambientale intrinseco<br />
di ognuna di esse.<br />
Nel caso di un territorio montano a frequentazione “bi-stagionale” la<br />
classificazione può essere la seguente:<br />
1. Sci di discesa<br />
2. Campeggio organizzato<br />
3. Pic nic<br />
4. Campeggio libero<br />
5. Sci di fondo (con riferimento alle strutture di servizio)<br />
6. Escursionismo equestre<br />
7. Gite in barca<br />
8. Speleologia e alpinismo su roccia<br />
9. Escursionismo pedonale<br />
10.Canoa fluviale<br />
11.Sci-alpinismo<br />
12.Alpinismo su ghiaccio.<br />
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