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Progetto parco, tutela e valorizzazione dell'ambiente nel ... - Planeco

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Fonte d'Amore ecc.) asce in pietra a ferro da stiro (Penne, Caramanico, Lettopalena,<br />

Chieti ecc.) che testimoniano l'accettazione e l'uso di questi modelli che non sembrano<br />

però (anche perchè sempre rinvenuti isolati e privi di contesto) modificare in modo<br />

evidente i rapporti di produzione e lavoro.<br />

Ancora una volta si diversifica però l'Abruzzo interno: vi troviamo infatti tracce della<br />

cultura di Rinaldone (Tagliacozzo, Grotta a Male, Assergi) con cui ha inizio il processo<br />

di avvicinamento di quest'era al mondo tosco-laziale che diverrà più evidente nei secoli<br />

successivi. Si sviluppa, <strong>nel</strong> Fucino, la ecologicamente specializzata (caccia, pesca)<br />

cultura di Ortucchio. Inizia infine un processo di acquisizione e sfruttamento stabile di<br />

aree pedemontane e di altopiano come Fonte d'Amore, Busciara e le Castagne<br />

(Mattiocco 1981).<br />

Nel corso del secondo millennio (età del bronzo) si avvertono archeologicamente<br />

sostanziali mutamenti. Nei primi secoli (antica età del bronzo) compaiono sepolture di<br />

individui eminenti con alabarda in metallo (Peroni 1971) a Popoli e a Teramo, si assiste<br />

al fenomeno dei ripostigli (Alanno, Capestrano, Loreto aprutino) dislocati nei pressi di<br />

quella che sarà la principale via di penetrazione-confine-scambio dell' Abruzzo: la valle<br />

del Pescara. Il fenomeno più macroscopico però è "l'incastellamento." dei siti che si<br />

coglie a partire dalla media età del bronzo (metà del secondo millennio).<br />

Contrariamente alla classica teoria puglisina (Pugliesi 1959) che vede <strong>nel</strong>la<br />

predominanza degli insediamenti in grotta della civiltà appenninica il sintomo di<br />

un'economia basata essenzialmente sulla pastorizia transumante, è probabilmente in<br />

questo periodo che le attività produttive si diversificano maggiormante, che si assiste ad<br />

una capillare occupazine del territorio (e quindi delle risorse), che nascono<br />

diversificazioni di ruolo e poteri "politico-religiosi".<br />

E ancora<br />

che la pastorizia sia stata un elemento costante e fondamentale <strong>nel</strong>la storia economica<br />

abruzzese lo si è visto fino dal neolitico, ma sicuramente essa ha avuto un peso assai<br />

diverso a seconda degli ambienti ecologici e dei tempi. Sicuramente non sono mai<br />

esistiti, durante la preistoria, i tratturi come li conosciamo a partire dal XIII secolo d.C.<br />

<strong>nel</strong> Regno delle Due Sicilie. Non sono mai esistiti perchè non v'è mai stato prima di<br />

Roma un potere politico che unificasse Abruzzo, Molise e Puglia superando i ristretti<br />

poteri cantonali e garantendo la libera e sicura viabilità. Probabilmente poi non c'è mai<br />

stato, prima della età imperiale romana, tanto surplus economico per investire in greggi<br />

così grandi; il capitalismo si è affermato in Abruzzo verosimilmente solo negli ultimi due<br />

secoli della repubblica.<br />

Sarà opportuno ora procedere rilevando le sole generalità sia pur tentando gli<br />

approfondimenti.<br />

Il massiccio del Gran Sasso, a seconda lo si consideri dal versante settentrionale o<br />

meridionale, presenta caratteristiche morfologiche affatto diverse. Alle precepiti pareti<br />

del versante settentrionale, fa riscontro un degradare del versante meridionale<br />

attraverso due vasti altipiani. Tale diversa configurazione ha determinato difformi<br />

atteggiamenti delle popolazioni pedemontane dei due versanti: mentre gli insediamenti<br />

umani del versante settentrionale hanno mostrato <strong>nel</strong> tempo una naturale tendenza a<br />

forme di economia prevalentemente agricola, con conseguente slittamento verso il<br />

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