Progetto parco, tutela e valorizzazione dell'ambiente nel ... - Planeco
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Un criterio più “raffinato” fa derivare la quantificazione della ricettività dalla valutazione<br />
della dimensione e tipologia di strutture stabili la cui presenza sia ritenuta compatibile<br />
con la integrità dell’ambiente naturale e del paesaggio entro i quali le strutture devono<br />
essere collocate.<br />
Tale criterio sposta, opportunamente, i termini del problema dalla determinazione di<br />
una ricettività commisurata alla domanda di permanenza sopragiornaliera, alla<br />
definizione di un un dimensionamento della ricettività che non superi la soglia ritenuta<br />
compatibile con la conservazione dei valori essenziali del territorio.<br />
Questa valutazione di compatibilità è però di difficile determinazione, tanto è vero che<br />
non risulta sia stata espressa dagli studiosi del settore se non <strong>nel</strong>la forma generica di<br />
una percentuale dell’offerta turistica, più o meno elevata in relazione inversa rispetto<br />
alla rilevanza e alla vulnerabilità delle risorse ambientali.<br />
Va anche considerato che le metodologie disponibili sono finalizzate, più che ad una<br />
ipotetica valutazione aprioristica della dotazione massima di ricettività compatibile con<br />
l’ambiente, alla valutazione dell’impatto ambientale di singole attrezzature ricettive già<br />
definite <strong>nel</strong>la loro fisionomia quali-quantitativa.<br />
Una volta quantificata la ricettività turistica sostenibile dal territorio considerato<br />
(espressa generalmente in posti-letto) la metodologia classicane prevede la<br />
articolazione <strong>nel</strong>le fondamentali tipologie consistenti in:<br />
-strutture a rotazione d’uso (alberghi, pensioni), anche di tipo specializzato(rifugi, ostelli<br />
per la gioventù, strutture ricettive per turismo sociale);<br />
- strutture residenziali temporanee (seconde case <strong>nel</strong>le diverse tipologie:ville,<br />
condomini, residence, etc.);<br />
- strutture provvisorie (campings, case mobili).<br />
Naturalmente, per ciascuna di queste categorie viene valutata la quota di domanda già<br />
soddisfatta dalle strutture esistenti, e la quota residua da soddisfare mediante la<br />
costruzione di nuove strutture.<br />
La definizione dei criteri di localizzazione e delle tipologie delle unità ricettive e<br />
residenziali individua uno dei momenti più delicati di coerenza del piano con gli obiettivi<br />
della <strong>tutela</strong> dell’ambiente naturale e dell’habitat preeesistente.<br />
Alcune considerazioni sulle modalità con cui si sono evolute negli anni recenti le forme<br />
di insediamento permanente e di quello temporaneo in molte aree italiane, ricche di<br />
risorse ambientali, e non solo nei parchi, offrono l’opportunità di affrontare il tema della<br />
residenza turistica in termini coerenti con gli obiettivi del nostro lavoro.<br />
Nel precedente par. 2.3 abbiamo messo in evidenza come da tempo le zone montane<br />
abruzzesi, alla pari di alcune altre aree italiane ed europee, siano caratterizzate da un<br />
lato dallo sviluppo di nuovi insediamenti alberghieri e di residenza turistica in quota, e<br />
dal sempre più accentuato passaggio dalla prima verso la seconda di queste due<br />
tipologie di ospitalità turistica (in particolare dallo sviluppo della produzione di seconde<br />
case in condomini e/o “residences”) e, dall’altro lato, dal progressivo abbandono da<br />
parte degli originari abitanti dei vecchi insediamenti residenziali. Molto spesso questi<br />
insediamenti sono prossimi alle località di sviluppo turistico, e presentano grande<br />
interesse sotto il profilo storico-artistico o, quanto meno, dell’ambiente architettonico.<br />
Questo nostro lavoro, proprio perchè pone tra i suoi obiettivi la elaborazione di una<br />
metodologia tendente ad integrare le iniziative di istituzione del <strong>parco</strong> naturale, di<br />
sviluppo del turismo e di recupero dell’habitat preesistente, ci è sembrata una<br />
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