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Progetto parco, tutela e valorizzazione dell'ambiente nel ... - Planeco

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Questo passaggio è possibile solo se si è in grado di quantificare il carico di<br />

presenze contemporanee di utenti di ricreazione che i singoli spazi determinati sono in<br />

grado di sostenere in condizioni tali da non compromettere l’integrità dell’ambiente.<br />

E’ questa una operazione che richiederebbe una analisi specifica di ogni singola<br />

conformazione territoriale, destinabile alle diverse attività ricreative, la formulazione di<br />

ipotesi di densità dei potenziali utenti, la valutazione delle possibili conseguenze<br />

sull’ambiente in condizioni limite di carico antropico.<br />

Gli studi condotti per determinare la cosiddetta “curring capacity turistica” sono<br />

molteplici e inquadrabili sia <strong>nel</strong>l’ambito applicato, sia <strong>nel</strong> contesto di elaborazioni<br />

teoriche sviluppate in termini generali 82 .<br />

Va inoltre tenuto conto che vari lavori realizzati sull’argomento, soprattutto tra<br />

gli anni ‘60 e ‘70, introducono coefficienti utilizzativi degli spazi ricreativi commisurati<br />

essenzialmente alle condizioni di disagio degli utenti, che è cosa ben diversa dalle<br />

condizioni limite di impatto sull’ambiente.<br />

In questa sede ci si limita a richiamare alcuni indirizzi metodologici di approccio<br />

al problema del rapporto-limite utenti/territorio, denominandolo standard di<br />

saturazione.<br />

Possiamo definire standard di saturazione, relativo a una certa attività<br />

ricreativa, la capacità massima, in termini di carico antropico, sopportabile da una<br />

porzione unitaria di superficie idonea allo svolgimento della attività stessa senza che ne<br />

derivino danni per l’ambiente e compatibilmente con il verificarsi di soddisfacenti<br />

condizioni per lo svolgimento dell’attività in oggetto.<br />

Dalla definizione emerge che ad ogni attività ricreativa è associabile uno<br />

standard di saturazione per la cui individuazione vanno presi in considerazione gli<br />

aspetti seguenti:<br />

a) la vulnerabilità ambientale dello spazio su cui si svolge l’attività ricreativa;<br />

b) l’impatto ambientale intrinseco dell’attività ricreativa;<br />

c) l’estensione minima degli spazi necessari per il soddisfacente svolgimento dell’attività<br />

ricreativa.<br />

Per altri versi può essere opportuno tener conto di un ulteriore aspetto, relativo<br />

al numero minimo di utenti necessari per la pratica dell’attività ricreativa.<br />

E’ intuibile la oggettiva difficoltà che si incontra <strong>nel</strong> momento in cui le<br />

considerazioni esposte si vogliano tradurre in un numero esprimente lo standard di<br />

saturazione, anche perchè ogni attività sollecita un certo spazio secondo modalità<br />

differenti, per cui le componenti dello spazio medesimo che vengono assoggettate a<br />

disturbo variano di volta in volta, coinvolgendo oltretutto una vasta gamma di campi<br />

disciplinari per la ricerca dei disturbi stessi.<br />

82 Indicazioni sui massimi carichi antropici ammissibili sono state in passato fornite da studi sui comprensori<br />

turistici dell'Italia centrale: CASMEZ, Comprensorio turistico n.18 del litorale abruzzese e molisano e del<br />

massiccio della Maiella, Maielletta, Altopiani maggiori, Mainarde. Studio per un piano di sviluppo turistico.<br />

SOMEA S.P.A.<br />

CASMEZ, Comprensoro turistico n.20, del Terminillo e dell'Alta Valle del Tronto: piano di sviluppo turistico.<br />

1968.<br />

Ulteriori indicazioni possono trarsi da: Di Fidio M., Architettura del paesaggio. Pirola Ed., Milano 1985.<br />

Travaglini F., Un <strong>parco</strong> da manuale: l'Uccellina. Silva, n.3/78, il Cormorano Ed., Milano 1987.<br />

Bertuglia C.S., Gualco I., Tadei R., Modello per la pianificazione ecologica e ricreativa dei parchi naturali, il<br />

caso del <strong>parco</strong> del Ticino. Guida Ed., Napoli 1983.<br />

Wilson J.P., Seney J.P.: Erosional impact of hikers, horses, motorcycles and off-road bicycles on mountain trails<br />

in Montana. Mountain Research and Development, International Mountain Society, Vol.14, n.1, Davis USA,<br />

1994.<br />

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