Progetto parco, tutela e valorizzazione dell'ambiente nel ... - Planeco

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4.1. Le attività produttive nei parchi CAP. 4 PARCHI E SISTEMA PRODUTTIVO Nel momento in cui, su un determinato territorio, interviene un provvedimento di istituzione di parco o di riserva, si vengono ad instaurare condizioni di confronto ed esigenze di convivenza tra i provvedimenti differenziati di vincolo e le attività di natura produttiva in atto nel luogo. In aree contraddistinte da connotati correnti tali da giustificare un intervento strutturato di tutela ambientale sono generalmente attivi dei settori produttivi di limitato impatto ambientale e di lunga tradizione storica. Ma non è sempre così. Possono verificarsi casi in cui le forme produttive presenti ricadono in tipologie di impatto rilevante, quali quelle tipicamente industriali o estrattive. Da citare nel novero di queste attività produttive, anche alcune di quelle del comparto turistico che, oltretutto, in talune aree montane e costiere, e in certe forme, sono una componente trainante per l’economia locale. Il primo caso si presenta quasi sempre nelle aree montane, fortemente marginali sul piano economico e produttivo, interessate da cospicui fenomeni di abbandono insediativo, dove permangono unicamente delle forme di produzione di stampo rurale, quali quelle della piccola agricoltura, della zootecnia familiare e della selvicoltura per autoconsumo. Queste attività, un tempo molto diffuse nei territori montani, hanno ampiamente modificato il paesaggio, modellandone le forme secondo le esigenze produttive, ma risultano attualmente molto circoscritte. E’ pur vero però che, nella loro limitatezza estensiva e quantitativa, ancora possono porre qualche problema di compatibilità con alcune modalità di tutela ambientale fortemente incisive, quali le riserve integrali. In considerazione di quello che si potrebbe definire un valore “testimoniale” di queste attività tradizionali, con tutto il patrimonio di cultura materiale che esse sottendono, esiste comunque l’opportunità e l’esigenza di mantenerle come aspetti integranti della storia del territorio. Prendendo atto della loro notevole riduzione, dovuta a motivi prima di carattere sociale e poi economico, queste attività rurali costituiscono senza dubbio un diritto primario delle genti che ancora risiedono nelle terre alte, e, in questo senso, le sopravvenute 48
motivazioni di conservazione ambientale devono giocoforza trovare efficaci forme di compatibilizzazione con esse. Utilizzando il territorio del Gran Sasso come campione per valutare l’entità attuale delle attività economiche agrarie negli ambiti montani marginali, vediamo come si è evoluta la dinamica di uno dei settori produttivi portanti, ovvero quello dell’allevamento ovino, che ha storicamente sostenuto la pratica della transumanza. La Tab........., tratta dal 4° Censimento Generale dell’Agricoltura denuncia attualmente poco più di 80.000 capi ovini nelle aziende dei comuni del massiccio 60 . E’ interessante notare come, secondo i dati riferiti dall’Ortolani 61 per gli anni 1938-40 per i comuni di Calascio, Castel del Monte, parte dell’Aquila, S.Stefano di Sessanio, Arsita, Castelli, parte di Crognaleto, Fano Adriano, Isola del Gran Sasso, 60 ISTAT : Caratteristiche strutturali delle aziende. Fascicoli provinciali. 4° Censimento Generale dell’Agricoltura, 1990.Roma 1992. 61 Ortolani M.: Il massiccio del Gran Sasso d’Italia. Società Italiana Arti Grafiche, Roma 1942. 49
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