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Progetto parco, tutela e valorizzazione dell'ambiente nel ... - Planeco

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La psicologia della transumanza tutta giocata su un affannosa ricerca di certezza, vuole<br />

dei punti di riferimento fatti di case proprie, di chiese con cura d'anime, di famiglia che<br />

attende nei lunghissimi inverni gli estivi ritorni. Ma questa psicologia si incontra con una<br />

linea politica diffusissima: quella dell'incastellamento. Tale linea politica si sviluppa<br />

d'altronde attraverso un periodo abbastanza lungo che va grosso modo dalla ricostruzione<br />

operatasi dopo le scorrerie saracene fino all'avvento dei Normanni. Emblematica<br />

dello spirito di ricostruzione può essere la figura di Grimoaldo che preposito di S.Pietro<br />

ad Oratorio diventò sul finire del sec. XI abate di S.Clemente di Grimoaldo:<br />

Dice il Casauriense di Grimoaldo:<br />

"Erat quindam Monachus de Monasterio Sanctii Vincentii, qui fama notus, nec multum<br />

literatus, de agricoltura sollicitus et in rebus secularibus studiosus, regebat<br />

Praeposituram S.Petri in Trite"(25).<br />

Grimoaldo è dunque un pragmatico e se diviene abate di Casauria <strong>nel</strong> 1096 aveva<br />

ereditato, quando era stato Priore di S. Pietro ad Oratorio, lo spirito nuovo di<br />

colonizzazione che si estrinsecava nei numerosi contratti di allevamento. Erat nec<br />

multum literatus sed de agricoltura solicitus et in rebus secolaribus studiosus. Sono<br />

gli uomini di Grimoaldo che prepareranno le condizioni più adatte per l'incastellamento.<br />

I normanni non faranno che catalizzare in queste zone un processo che era in atto da<br />

tempo. In linea generale afferma infatti il Del Treppo che ha studiato con tanto acume<br />

la vita economica e sociale dell'Abbazia di S.Vincenzo al Volturno:<br />

"in questo quadro rientravano le costruzioni dei castelli e con essi la stipulazione di<br />

contratti a livello che interessavano direttamente le popolazioni all'andamento della<br />

produzione agricola: in molti casi si tratta di nuclei affatto nuovi che sorgono, ma anche<br />

negli altri in cui le costruzioni del castello avvengono in località già esistenti, bisogna<br />

riconoscere che è sempre il medesimo spirito che ne anima il risorgimento e che quei<br />

centri ancor prima della venuta dei saraceni apparivano languenti e poveri di vita"(26).<br />

Il De Treppo lega dunque strettamente, ed a ragione , i due fenomeni dell'allivellamento<br />

e dell'incastellamento e fa rimontare le trasformazioni demiche all'epoca che segue<br />

immediatamente le distruzioni saracene. Pur con tutte le limitazioni che una tale<br />

generazione trova <strong>nel</strong>le situazioni locali:<br />

"Ma il problema del sorgere dei castelli - dice ancora del Treppo - sulla terra del<br />

Volturno si incentra in tutta una situazione nuova, economica e politica, la genesi della<br />

quale va ricercata <strong>nel</strong>la crisi delle vecchie forme e strutture dell'economia monastica<br />

curtense che la distruzione saracena hanno resa più acuta.<br />

Il fatto pur nei suoi aspetti locali e irrepetibili si lega ad una situazione d'ordine cui già<br />

accennammo, quando dicemmo che la presenza degli ordini alle sorgenti del Volturno<br />

trascendeva i limiti della cronaca monastica e chiarimmo gli aspetti mediterranei del<br />

fenomeno"(27)<br />

Tutto ciò d'altronde conferma, sia pur con tempi leggermente sfalsati con quanto ci<br />

dicono i Chronicon Volturiense e Casauriense sul fenomeno appunto<br />

dell'incastellamento.<br />

Il cronista del monastero di S.Vincenzo in Volturno descrivendo i possedimenti più<br />

settentrionali <strong>nel</strong> Monastero ubicati in Valva (l'attuale Valle Peligna), <strong>nel</strong>la Valle Tritana<br />

(l'attuale Valle del Tirino) e <strong>nel</strong>la contea di Penne, al termine del lungo elenco che<br />

riasssume un privilegio dell'Imperatore Ludovico I (ma trattasi per ragioni cronologiche<br />

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