Progetto parco, tutela e valorizzazione dell'ambiente nel ... - Planeco

Rurale, provengono da zone di montagna, come anche ben 140 delle 250 tipologie di
salumi 102 .
Iniziative di questa natura sono solo sporadiche nel territorio del Gran Sasso,
mentre il parco potrebbe fornire spunto e appoggio per una maggiore diffusione.
Un ruolo importante è rivestito inoltre dalle superfici forestali che, in
conseguenza dell’abbandono delle attività agricole di montagna, stanno in molti casi
ampliandosi sugli spazi non più coltivati.
Gran parte delle foreste del Gran Sasso sono state, e sono tutt’ora, oggetto di
tagli produttivi per legname e carbone. In ogni caso le attuali limitate esigenze in tal
senso, unite ad improrogabili necessità di conservazione del patrimonio forestale che
nel parco vanno comunque perseguite, dovranno condurre ad una valutazione delle
possibilità reali di produzione in questo settore.
L’ipotesi di uso potenziale del suolo evidenzia le possibilità di un marcato
intervento di rimboschimento, particolarmente nel quadrante sud-orientale dell’area di
studio, dove più diffusa è la presenza di spazi coltivati in quota oggi abbandonati.
In una visione di parco integrato, quale è quella che si vuole proporre con il
presente lavoro, agli spazi agricoli viene riconosciuta una funzione cardine nel contesto
organizzativo dell’area protetta. Appunto per questo motivo, nella costruzione delle
“Linee strategiche per il piano del parco”, sono state collocate anche le principali aree
agricole, indicando i centri d’interesse settoriale, nei quali potrebbero localizzarsi i tipici
servizi legati alla produzione primaria.
7.3. Le potenzialità turistiche
Sul ruolo turistico dei parchi nazionali si è ampiamente dissertato nel Cap.3, ma
è bene puntualizzare alcuni spunti qualificanti il problema del turismo nel comprensorio
del Gran Sasso d’Italia.
In prima analisi è possibile avanzare una distinzione tra quelle attività turistiche
già regolarmente avviate, autosostenute e pertanto pressochè totalmente svincolate
dalla presenza del parco, e quelle invece che vengono incentivate e sviluppate in
conseguenza proprio della istituzione di un'area protetta, per le quali questa
rappresenta il principale veicolo promozionale.
Sostanzialmente si può affermare che appartengono alla prima categoria le
tipiche forme turistiche invernali, legate alle attrezzature per lo sci di discesa e per lo sci
di fondo. Molto più condizionate in positivo dalla presenza del parco appaiono invece
le attività ricreative e sportive estive, soprattutto quelle almeno parzialmente sorrette da
motivazioni culturali, quali l'escursionismo pedonale o l'agriturismo.
Di fronte a questa macrodistribuzione delle modalità di fruizione turistica del
territorio, il parco, o meglio lo strumento di pianificazione e di controllo delle
trasformazioni del parco, ha un duplice compito. Da un lato l' esigenza di regolare e
razionalizzare le attività "autonome" del primo tipo, riconducendole entro i canoni di
compatibilità ambientale prefissati dalle norme e dai regolamenti dell'Ente di gestione.
Da un altra parte esiste l'opportunità di sviluppare quasi ex- novo un settore
turistico, anche di notevole caratura quantitativa, predisponendo fin dall'inizio gli
102 De Vecchis G.: La montagna italiana. Ed. Kappa, Roma 1992.
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