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La sovranità di Dio - Non tollero Jezabel

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“In primo luogo, questa è un’obiezione che voi<br />

non avete <strong>di</strong>ritto alcuno <strong>di</strong> porre” (ve<strong>di</strong> il dott.<br />

Brown). Quest’obiezione era per lui del tutto<br />

inammissibile, perché qui osate contestare <strong>Dio</strong>,<br />

andare contro <strong>di</strong> Lui. Se <strong>di</strong>te così, significhebbe<br />

lamentarsi <strong>di</strong> <strong>Dio</strong>, sostenere ragioni <strong>di</strong>verse dalle<br />

Sue, mettere in dubbio ciò che <strong>Dio</strong> ha fatto.<br />

Versetto 19: “Tu allora mi <strong>di</strong>rai: «Perché<br />

rimprovera egli ancora? Poiché chi può resistere<br />

alla sua volontà?»”. L’obiezione che Paolo qui<br />

affronta, è così chiara e precisa, che fraintenderla<br />

sarebbe impossibile. Perché Egli rimprovera<br />

ancora? Ora, caro lettore, che cosa significano<br />

queste parole? Prova a formulare la tua risposta<br />

prima <strong>di</strong> considerare la nostra. Potrebbe forse la<br />

forza della domanda <strong>di</strong> Paolo essere altro che<br />

questa: Se è vero che <strong>Dio</strong> ha “misericor<strong>di</strong>a” <strong>di</strong> chi<br />

vuole, se Egli pure “indurisce” chi vuole, allora,<br />

che ne rimane della responsabilità umana? In tale<br />

caso gli uomini non sarebbero altro che burattini,<br />

e se questo è vero, allora sarebbe ingiusto per <strong>Dio</strong><br />

“rimproverare” le impotenti Sue creature. Notate<br />

qui la parola “allora”: “Tu allora mi <strong>di</strong>rai”- egli qui<br />

afferma la (falsa) deduzione o conclusione da ciò<br />

che l’Apostolo sta <strong>di</strong>cendo. Nota bene come<br />

l’Apostolo sia cosciente che la dottrina da lui<br />

formulata <strong>di</strong>a a<strong>di</strong>to a questa stessa obiezione. Se<br />

dopo tutto ciò che noi, in questo libro abbiamo<br />

affermato non suscitasse la stessa obiezione nei<br />

lettori (almeno in coloro la cui mente carnale non<br />

è soggetta alla grazia <strong>di</strong>vina), potrebbero darsi<br />

due casi: o che noi non abbiamo presentato la<br />

dottrina esposta in Romani 9, oppure che, dal<br />

tempo degli apostoli, la natura umana sia<br />

cambiata. Considerate quanto afferma il resto del<br />

versetto 19. L’Apostolo ripete la stessa obiezione<br />

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