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La sovranità di Dio - Non tollero Jezabel

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5:21). <strong>La</strong> grazia è stata definita il favore<br />

immeritato <strong>di</strong> <strong>Dio</strong>, e se la grazia "regna", allora la<br />

grazia è sovrana 5 .<br />

<strong>La</strong> grazia è stata definita come il favore<br />

immeritato <strong>di</strong> <strong>Dio</strong>, e se non è meritato, allora<br />

nessuno può pretenderla come proprio <strong>di</strong>ritto<br />

inalienabile. Se la grazia non la si merita né la si<br />

guadagna, nessuno ha titolo ha riceverla. Se la<br />

grazia è un dono, allora nessuno può richiederla.<br />

Quin<strong>di</strong>, dato che la salvezza è per grazia, il dono<br />

gratuito <strong>di</strong> <strong>Dio</strong>, allora Egli la conferisce a chi vuole.<br />

Proprio perché la salvezza è per grazia, persino il<br />

maggiore fra i peccatori non è fuori della sua<br />

portata. Proprio perché la salvezza è per grazia,<br />

vantarsene è escluso, e <strong>Dio</strong> ne riceve tutto il<br />

merito e tutta la gloria.<br />

Il sovrano esercizio della grazia viene illustrato in<br />

quasi ogni pagina della Scrittura. Le genti<br />

vengono lasciate camminare per la propria strada,<br />

mentre Israele <strong>di</strong>venta il popolo del patto <strong>di</strong> Jahvè.<br />

Ismaele, il primogenito, viene respinto quasi privo<br />

<strong>di</strong> bene<strong>di</strong>zioni, mentre Isacco, il figlio<br />

dell’anzianità dei suoi genitori, è reso erede della<br />

promessa. Esaù, il figlio generoso, dal cuore<br />

tenero e pronto al perdono si vede negare le<br />

bene<strong>di</strong>zioni, nonostante le persegua attentamente<br />

e con lacrime, mentre quel "verme" <strong>di</strong> Giacobbe<br />

5 Un amico che ha riletto questo libro nella sua forma<br />

manoscritta, e verso il quale sono in debito per avermi dato<br />

numerosi eccellenti suggerimenti, ha rilevato come per<br />

"grazia", s'intenda <strong>di</strong> più che "favore immeritato". Dar da<br />

mangiare ad un vagabondo che mi implora è "favore<br />

immeritato", ma non "grazia". Supponete, però che questi,<br />

dopo avermi derubato, mi chieda da mangiare, ed io gliene<br />

<strong>di</strong>a - questo sarebbe "grazia". Grazia, quin<strong>di</strong>, è un favore che<br />

si mostra quando si è in presenza <strong>di</strong> un effettivo demerito in<br />

chi la riceve.<br />

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