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La sovranità di Dio - Non tollero Jezabel

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vita eterna e l’altro no; il primo eletto, l’altro<br />

riprovato; il primo scelto, l’altro rifiutato”.<br />

Nei suoi “Sospiri dall’Inferno”, John Bunyan pure<br />

scrisse: “Chi continua a respingere e <strong>di</strong>sprezzare<br />

la Parola <strong>di</strong> <strong>Dio</strong> sono coloro che, per la più gran<br />

parte, sono destinati ad essere dannati.<br />

Commentando su Romani 9:22: “Che c’è da<br />

contestare se <strong>Dio</strong>, volendo manifestare la sua ira<br />

e far conoscere la sua potenza, ha sopportato con<br />

grande pazienza dei vasi d’ira preparati per la<br />

per<strong>di</strong>zione”, Jonathan Edwards (Vol. 4, p. 306 – nel<br />

1743) scrive: “Quanto deve apparire tremenda la<br />

maestà <strong>di</strong> <strong>Dio</strong> nel terrore della Sua ira! Questo<br />

possiamo apprendere come uno dei fini della<br />

dannazione dei malvagi”.<br />

Augustus Toplady, autore <strong>di</strong> “Rocca eterna della<br />

fe’”, come pure <strong>di</strong> altri sublimi inni, scrisse: “<strong>Dio</strong>,<br />

da ogni eternità, ha decretato <strong>di</strong> abbandonare nei<br />

loro peccati alcuni della posterità decaduta <strong>di</strong><br />

Adamo, e <strong>di</strong> escluderli dalla partecipazione a<br />

Cristo ed ai Suoi benefici”. Ancora: “Noi, con le<br />

Scritture, affermiamo che vi è una predestinazione<br />

<strong>di</strong> persone particolari alla vita, per la lode della<br />

gloria della grazia <strong>di</strong>vina; come pure vi è una<br />

predestinazione <strong>di</strong> altre persone particolari alla<br />

morte, per la gloria della giustizia <strong>di</strong> <strong>Dio</strong> – alla cui<br />

morte e punizione essi dovranno sottostare<br />

invariabilmente e giustamente, a causa dei loro<br />

peccati”.<br />

George Whitefield, campione della fede nel 18mo<br />

secolo, usato da <strong>Dio</strong> per la bene<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> così<br />

tante persone, scrive: “Senza dubbio alcuno, la<br />

dottrina dell’elezione e della riprovazione devono<br />

stare l’una accanto all’altra, reggersi o cadere<br />

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