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La sovranità di Dio - Non tollero Jezabel

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sollevata al vers. 20: quin<strong>di</strong>, per rendere giustizia<br />

alla figura qui usata, deve essere stato <strong>Dio</strong> stesso<br />

a “plasmare” in modo tale certi in<strong>di</strong>vidui tanto da<br />

far si che essi fossero “vasi d’ira preparati”<br />

proprio per la per<strong>di</strong>zione, finalizzati ad essa! Egli<br />

<strong>di</strong>spone che certuni, i non-eletti, siano perduti<br />

me<strong>di</strong>ante il Suo decreto <strong>di</strong> pre-or<strong>di</strong>nazione. Se ci si<br />

chiede, così, perché mai <strong>Dio</strong> faccia questo, la<br />

risposta non può altro che essere: per promuovere<br />

la Sua propria gloria, in altre parole, la gloria della<br />

Sua giustizia, potenza ed ira. “<strong>La</strong> sintesi della<br />

risposta che fornisce l’Apostolo qui è che ciò che<br />

<strong>Dio</strong> si prefigge fondamentalmente, sia<br />

nell’elezione a salvezza sia nella riprovazione, è<br />

sempre ciò che pure è primo nella creazione<br />

dell’uomo, vale a <strong>di</strong>re la Sua propria gloria”<br />

(Robert Haldane).<br />

Versetto 23: “...e ciò per far conoscere la<br />

ricchezza della Sua gloria verso dei vasi <strong>di</strong><br />

misericor<strong>di</strong>a che aveva già prima preparati per la<br />

gloria”.<br />

L’unico punto in questo versetto che richiede<br />

attenzione, è il fatto che “i vasi <strong>di</strong> misericor<strong>di</strong>a”<br />

sono considerati qui “già prima preparati per la<br />

gloria”. Molti rilevano come il versetto precedente<br />

non <strong>di</strong>ca che i vasi d’ira siano stati “già prima<br />

preparati” per la per<strong>di</strong>zione, e da questa<br />

omissione ne concludono che in quel caso noi si<br />

debba comprendere che i non-eletti si siano da sé<br />

stessi resi passibili per la per<strong>di</strong>zione nel tempo e<br />

non che <strong>Dio</strong> li avesse destinati alla per<strong>di</strong>zione<br />

dall’eternità. Questa conclusione, però, non può in<br />

alcun modo essere dedotta dal testo. Se infatti<br />

torniamo al vers. 21 e notiamo l’immagine che vi<br />

viene usata, “l’argilla”, essa è una materia<br />

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