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Nerval e il mito della "pureté" - Studi umanistici Unimi - Università ...

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"LA TERRE PATERNELLE, c'EST DEUX FOIX LA PATRIE" IH<br />

È un bell'« hommage » di Gautier all'amico scomparso, e un riconosci­<br />

mento, che ancora oggi ci trova d'accordo, ma che deve muovere dal­<br />

l'interno dell'opera nervaliana, al significato di una vita.<br />

Ce n'était pas chez lui mob<strong>il</strong>ité inquiète, légèreté frivole, saut<strong>il</strong>lement<br />

fantasque, mais ag<strong>il</strong>ité d'allure, aisance a fletter et a s'élever 5 .<br />

E anche in questo caso, più che <strong>il</strong> senso letterale e biografico, valga<br />

quello letterario e ideale. In esso entra allora, oltre la letteratura di<br />

viaggiatore di cui si è visto nel precedente capitolo, tutto l'itinerario<br />

spirituale, la « descente aux enfers », che racchiude Aurelio, e nel suo<br />

insieme e nei vari episodi in cui si articola. <strong>Nerval</strong> tende, sì, a « s'éle­<br />

ver », e per questo la passeggiata, la marcia, <strong>il</strong> viaggio verso <strong>il</strong> Valois<br />

sono <strong>il</strong> mezzo per ritrovare un significato dell'esistenza che, sfuggen­<br />

dogli, egli crede di poter recuperare nella terra d'infanzia, nella « mai-<br />

son maternelle », nel cuore <strong>della</strong> Francia. E ancora a questo proposito<br />

va precisato che Gerard, nato a Parigi, è per i vecchi amici e conoscenti<br />

di cui parla in Sylvie <strong>il</strong> « petit Parisien » (XII); ma lontano da essi, a<br />

Parigi emblematicamente, la sua concretezza natale si configura come<br />

realizzata nel Valois, la sua « maison natale » vien posta oniricamente,<br />

affettivamente, nel paese i cui « chants et récits (...) ont bercé son en-<br />

fance ». È questa connotazione intcriore che interessa nella letteratura<br />

nervaliana, è su di essa che si fonda la nostalgia reale o immaginaria<br />

del vecchio paese natale, è su di essa che si struttura <strong>il</strong> dramma che le<br />

ultime opere rivelano. È vero che Fantaisie è del 1832 (ma è vero, ripe­<br />

tiamo, che <strong>il</strong> componimento fu ripreso più volte); è vero che Chansons<br />

et Légendes du Valois è del 1842 (pur esso, sappiamo, più volte ri­<br />

preso); ma è dal 1846 che lo scrittore si fa pellegrino-giornalista del<br />

Valois, rivelando a se stesso quale fonte straordinaria di ispirazione egli<br />

abbia recuperato in pieno, dopo una gestazione di anni e un continuo<br />

interesse de loin per quel paese. Dal tono <strong>della</strong> letteratura che vi si ispira,<br />

è dato vedere comunque che <strong>il</strong> Valois non offre semplicemente spunti<br />

al letterato, ma rappresenta fatti e nozioni che impegnano totalmente<br />

lo scrittore « parigino », cosmopolita e viaggiatore.<br />

Andare verso <strong>il</strong> Valois equivale per <strong>Nerval</strong> innanzi tutto a una ri­<br />

cerca di « repos »: <strong>il</strong> Valois provoca in <strong>Nerval</strong> una « réverie du repos »,<br />

come direbbe Bachelard. <strong>Nerval</strong>, « parisien » per semplice nascita e so­<br />

prattutto per formazione intellettuale e per professione, elegge a pro-<br />

5 TH. GAUTIER, Histaire..., cit., p. 71.

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