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Nerval e il mito della "pureté" - Studi umanistici Unimi - Università ...

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28 CAPITOLO SECONDO<br />

Hoffmann e <strong>Nerval</strong> costituiscano una coppia che nessun'altra può sosti­<br />

tuire (Goethe-<strong>Nerval</strong>, Novalis-<strong>Nerval</strong>...).<br />

In particolare poi, nella creazione idealistica dell'universo femmi­<br />

nino e delle combinazioni e interdipendenze-interferenze tra amore e<br />

morte esemplificate negli Elisir del Diavolo, come ancora nell'angoscioso<br />

senso di colpa di tante figure e di Medardo specialmente, per <strong>il</strong> peso<br />

<strong>della</strong> fatalità nel destino individuale, <strong>Nerval</strong> può aver considerato Hoff­<br />

mann suo maestro 12 . (Saltiamo qui le differenze, che sono tante, fra i<br />

due, prima fra tutte forse la frequente presenza <strong>della</strong> vena ironica di<br />

fronte al sovrannaturale che <strong>il</strong> poeta tedesco, tentando evidentemente<br />

di circuire meglio la fede del lettore, introduce negli avvenimenti nar­<br />

rati, e che è invece nulla in <strong>Nerval</strong>). Comunque per un più approfon­<br />

dito esame delle zone di influenza tra letteratura-f<strong>il</strong>osofia tedesca e la<br />

letteratura francese, che è nello stesso tempo esame degli aspetti più<br />

tipici e appariscenti del romanticismo, <strong>il</strong> libro più famoso del Béguin,<br />

L'àme romantique et le rève, si rivela insostituib<strong>il</strong>e, e ad esso perciò<br />

rimandiamo per <strong>il</strong> completamento di questa ricostruzione 13 .<br />

Se la coppia Hoffmann-<strong>Nerval</strong> ci sembra la più esemplare nel gioco<br />

<strong>della</strong> cultura franco-tedesca, la coppia Rousseau-<strong>Nerval</strong> è la più esem­<br />

plare in cultura francese. Non si sottolineerà mai abbastanza quale parte<br />

abbia svolto nella formazione dell'uomo e dello scrittore <strong>Nerval</strong> la figura<br />

di Rousseau: le opere di <strong>Nerval</strong> presuppongono sempre un sostrato e<br />

uno sfondo roussoiano, che <strong>Nerval</strong> stesso si preoccupa di indicare. Angé-<br />

lique, Sylvie, Les Nuits d'Octobre, Promenades et Souvenirs, per non<br />

parlare delle Confidences de Nicolas e di Cazotte, offrono e sfruttano<br />

variamente <strong>il</strong> ricordo letterario e mitico del ginevrino. Ma questo non<br />

direbbe ancora molto a proposito di opere nate in clima romantico e di<br />

vero culto per Rousseau 14 , se non precisassimo che Rousseau è parte<br />

12 Sul trapasso e l'evoluzione di certi simboli-immagini degli Elisir nell'opera<br />

di <strong>Nerval</strong> si v. F. CONSTANS, Artémis ou les Fleurs du désespoir, in « Revue de<br />

Littérature comparée », avr<strong>il</strong>-juin 1934, pp. 337-371.<br />

13 Per la « formation » germanica di <strong>Nerval</strong> si v. CHARLES DÉDÉYAN, Gerard<br />

de <strong>Nerval</strong> et l'Allemagne, Paris, SEDES, 1958, 2 voli, e lo studio di ALFRED Du-<br />

BRUCK, Gerard de <strong>Nerval</strong> and thè German Heritage, The Hague, Mouton, 1965.<br />

meglio articolato criticamente, benché limitato agli « indebtedness » di <strong>Nerval</strong> verso<br />

Hoffmann, Goethe e Heine (<strong>il</strong> quale ultimo, cronologicamente, è fuori dagli schemi<br />

<strong>della</strong> « formation » di <strong>Nerval</strong>).<br />

14 Nel suo recente libro, Infanzia, Memoria e Storia da Rousseau ai Romantici<br />

(Padova, Liviana Editrice, 1966), F. ORLANDO ha seguito le tappe più significative<br />

<strong>della</strong> « tradizione » del ricordo d'infanzia in letteratura, facendo in un certo senso,

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