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Nerval e il mito della "pureté" - Studi umanistici Unimi - Università ...

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L'ONIRISMO 169<br />

psicopatico intelligente è vista nella prospettiva di uno sguardo attento<br />

a rimemorare cose passate cariche di valore esemplare per la vita del ri­<br />

memorante, noi la prendiamo come tale, come <strong>il</strong> polo lontano, ogget-<br />

tivo, a cui si piega <strong>il</strong> presente, immediato (anche se pseudo-immediato),<br />

dello scrittore. Ed è salvo quell'écart che <strong>Nerval</strong> ha sempre inteso sta­<br />

b<strong>il</strong>ire tra sé e le cose, tra <strong>il</strong> momento <strong>della</strong> scrittura e <strong>il</strong> passato rimemo­<br />

rato (verso <strong>il</strong> quale, abbiamo già visto, <strong>Nerval</strong> fa coscientemente con­<br />

fluire certe zone del presente che possano corroborarlo nella prospet­<br />

tiva che si vuole poeticamente realizzare). Ma se in efletti Aurelio, ap­<br />

pare come l'opera tutta centrata sulla memoria-resoconto di sogni che<br />

nel passato hanno smarrito e poi risanato la mente e l'integrità morale<br />

del narratore, <strong>Nerval</strong> fa ricorso al sogno in molte altre opere che già<br />

videro la luce prima di Aurelio, e che nelle varie forme in cui l'ut<strong>il</strong>iz­<br />

zano sembrano preparare l'opera maggiore. Sicché conviene soffermarsi<br />

un istante su quelle opere, e soffermarsi nello stesso tempo sui più sicuri<br />

precursori dell'esperienza onirico-letteraria del nostro scrittore, la quale,<br />

ovviamente, non è unica in periodo romantico benché sia esemplare. Ma<br />

prima è da riflettere su una frase di Aurelio,:<br />

Si je ne pensais que la mission d'un écrivain est d'analyser sincère-<br />

ment ce qu'<strong>il</strong> éprouve dans les graves circonstances de la vie, et si<br />

je ne me proposais un but que je crois ut<strong>il</strong>e, je m'arréterais ici, et je<br />

n'essayerais pas de décrire ce que j'éprouvais ensuite dans une sèrie<br />

de visions insensées peut-étre, ou vulgairement maladives... 2 .<br />

<strong>Nerval</strong> ristab<strong>il</strong>isce quindi anche per la sua opera <strong>il</strong> principio (roman­<br />

tico in genere) di « poesia e verità », in base al quale si giustifica in<br />

particolare tutta Aurelio., e la petizione di principio secondo cui le « vi­<br />

sions insensées peut-étre, ou vulgairement maladives » hanno o possono<br />

avere un valore etico generale oltre che significato personale. Aurélia è<br />

costruita su questa certezza o su questa « <strong>il</strong>lusione ». Ma quelle visioni<br />

non appartengono esclusivamente al mondo di Aurélia, perché sotto­<br />

stanno si può dire a tutta l'opera di <strong>Nerval</strong>, fin da Fantaisze, attraver­<br />

sando potentemente Les llluminés ou les Précurseurs du Socialisme, <strong>il</strong><br />

Voyage en Qrient, Les F<strong>il</strong>les du Feu, Les Chimères e tanti altri versi.<br />

Visione è già per <strong>Nerval</strong> <strong>il</strong> « souvenir »: in Sylvie infatti la « ricom­<br />

posizione » dei ricordi a cui <strong>il</strong> viaggiatore si sottomette durante <strong>il</strong> viag­<br />

gio verso la fanciulla è operata in base a una serie di fantasie personali<br />

sistemate con ordine liricamente e strutturalmente significativo, dentro<br />

2 Aurélia, I, p. 364.

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