Nerval e il mito della "pureté" - Studi umanistici Unimi - Università ...
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'FANTAISIE' o ' SOUVENIRS D'UNE AUTRE VIE' 61<br />
sia era una perfetta « boi te a musique » romantica: aprirla e riascoltare<br />
la sua musica periodicamente non dovette disturbare anzi tutto i diret<br />
tori dei giornali ospitali. Ma dal canto suo <strong>Nerval</strong> doveva riconoscere che<br />
essa conteneva da molto tempo, in piccolo formato, <strong>il</strong> suo « univers »,<br />
<strong>il</strong> suo « mondo » o una parte importante di esso. Indubbiamente vi si<br />
proiettavano le sue aspirazioni psicologiche e determinazioni culturali<br />
più profonde, che in seguito chiarirà e arricchirà. Non dunque per sem<br />
plice mancanza di opere nuove egli ricorse a più riprese alla vecchia Fan<br />
taisie. Per vederne le ragioni nell'insieme dell'opera nervaliana succes<br />
siva, noi la commentiamo a questo punto del nostro lavoro.<br />
L'opzione nervaliana dell'« air très-vieux », in quanto espressa in<br />
un componimento che risale al 1832 (e forse in realtà, se si considera la<br />
sua perfetta esecuzione, ancora più in là nel tempo), apre una serie di<br />
problemi, di cui principale è quello <strong>della</strong> posizione implicita che assume<br />
<strong>il</strong> poeta di fronte alla civ<strong>il</strong>tà musicale e quindi « politica » nel senso più<br />
ampio, a cui si legano i musicisti menzionati. Rifiutando Mozart, Weber<br />
e Rossini, <strong>il</strong> poeta non rifiuta certo in assoluto autori che sappiamo es-<br />
sergli cari. Egli anzi ha raggruppato tre musicisti che dovevano appas<br />
sionarlo particolarmente e di cui le sue opere fanno menzione ammira<br />
tiva, e in verità Mozart e Weber più di Rossini (come per Baudelaire e<br />
al contrario di Balzac). Leon Guichard, nel suo studio su La Musique<br />
et les Lettres au temps du Romantisme, se n'è accorto sufficientemente:<br />
« II avait certainement pour Mozart une tendresse d'àme. (...) Mais <strong>il</strong><br />
aimait aussi Weber... » 2 . Ora, è proprio in considerazione di ciò, che<br />
quell'opzione ci lascia un po' perplessi e ci fa riflettere alla possib<strong>il</strong>ità<br />
di una lettura diversa da quelle che di Fantaisie si fanno solitamente. A<br />
prima vista è da scartare la possib<strong>il</strong>ità di una lettura storico-sociologica<br />
nel senso seguente: <strong>Nerval</strong>, uomo <strong>della</strong> Rivoluzione (1789 e 1830), giu<br />
dicando quei tre autori ed escludendoli sia pure momentaneamente dal<br />
proprio orizzonte culturale e psicologico, li rifiuta in nome di qualco-<br />
s'altro, e, ciò facendo, implica nel proprio giudizio la civ<strong>il</strong>tà <strong>della</strong> Re<br />
staurazione ( = Antirivoluzione) che li adottò come propri. Un tale di<br />
scorso sarebbe brutale e semplicistico, oltre che storicamente errato. Sap<br />
piamo infatti che la fortuna di quegli autori è stata ininterrotta col suc-<br />
cedersi dei vari momenti politici, e anzi in particolare Mozart, Weber<br />
e Rossini sono in un certo senso autori « rivoluzionari ». A riprova di<br />
2 L. GUICHARD, La Musique et les Lettres au temps du Romantisme, Paris,<br />
P.U.F., 1955, p. 335.