Nerval e il mito della "pureté" - Studi umanistici Unimi - Università ...
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"LA TERRE PATERNELLE, c'EST DEUX FOIX LA PATRIE" H3<br />
(v. in particolare Aurelio]. <strong>Nerval</strong> non detesta, come Sartre °, la sua in<br />
fanzia. L'inautentico per <strong>Nerval</strong> non è l'infanzia ma è la vita dell'adulto<br />
in una società ost<strong>il</strong>e, alienante. L'amore per <strong>il</strong> Valois è amore per la pro<br />
pria infanzia. Ma nello stesso tempo in cui <strong>il</strong> viaggio reale o immaginario<br />
nel Valois porta <strong>Nerval</strong> nell'autentico personale, esso assurge a viaggio<br />
esemplare per l'etica collettiva. Se no, da che scaturirebbe la convin<br />
zione, di origine occultistica, che la ricerca <strong>della</strong> propria salvezza equi<br />
vale a un contributo alla salvezza generale? Da che scaturirebbe, sul<br />
piano letterario, <strong>il</strong> fascino singolare che sprigiona la sua opera? O per<br />
lo meno <strong>il</strong> tentativo o la fiducia che nell'avvicinamento al paese dell'in<br />
fanzia egli non limita a sé la sua esperienza ha valore per lui in quanto<br />
tentativo o fiducia di compiere un atto sano e significativo in un conte<br />
sto storico generale prima che sopravvengano dis<strong>il</strong>lusioni a farne vedere<br />
l'inconsistenza e l'insignificanza. « La terre paternelle, c'est deux fois la<br />
patrie », egli scrive 10 . Andare verso <strong>il</strong> Valois è andare comunque verso<br />
un rifugio, è un risalire o un ridiscendere verso la Madre e verso <strong>il</strong> Pa<br />
dre — Madre e Padre non essendo più due accezioni e due accidenti co<br />
muni ma due entità emblematiche, e la Madre più del Padre a ragione<br />
<strong>della</strong> sua consistenza tutta immaginaria per lo scrittore. Lo zio Boucher<br />
è una presenza per <strong>Nerval</strong>, allorché la Madre è un'assenza da cui emerge<br />
solo un fantasma legato all'inconscio personale e alle espressioni relative<br />
dei fam<strong>il</strong>iari che si preoccuparono di tracciare <strong>il</strong> quadro, la figura, <strong>il</strong><br />
volto <strong>della</strong> Madre. <strong>Nerval</strong> ricreava così l'ideale di una società patriar<br />
cale in cui la Madre veniva a costituire dall'interno la forza di coesione<br />
<strong>della</strong> vita, la forza esterna essendo costituita dalla figura del Padre-Zio.<br />
Un mondo artigianale-arcadico la cui espressione materiale, vivente, più<br />
pura, era rappresentata dalle fanciulle, dalle tante fanciulle che popolano<br />
le poche pagine dei capolavori nervaliani.<br />
Angélique, pur appartenendo a uno « des plus grands seigneurs de<br />
« Sororum f<strong>il</strong>iis idem apud avunculum qui apud patrem honor. Quidam sanctiorem<br />
artioremque hunc nexum sanguinis arbitrantur et in accipiendis obsidibus magis<br />
exigunt, tamquam et animum firmius et domum latius teneant »); oppure <strong>il</strong> caso del<br />
le traversie a cui fu soggetta la sua infanzia avrebbe creato in lui un'immagine pa-<br />
terno-divina dello zio materno che la linguistica e la sociologia moderne scoprono<br />
come istituzione sociale altrove o nel passato.<br />
9 Ma se SARTRE mostra nei Mots di detestare la sua infanzia, nella « Ques-<br />
tion de méthode » di Critique de la Raison dialectique definisce « indépassable »<br />
l'infanzia.<br />
10 Promenades et Souvernirs, I, p. 141.<br />
8 V. CAROFIGLIO, <strong>Nerval</strong> e <strong>il</strong> <strong>mito</strong> <strong>della</strong> "parete".