Nerval e il mito della "pureté" - Studi umanistici Unimi - Università ...
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112 CAPITOLO SESTO<br />
prio domic<strong>il</strong>io natale e affettivo <strong>il</strong> Valois; donde <strong>il</strong> bisogno di associare<br />
<strong>il</strong> Valois al « repos » nella sua « réverie » oltre e più che nel « souve<br />
nir », e di farli comunicare in base a valori oggettivi (la lontananza dalla<br />
civ<strong>il</strong>tà rumorosa, dal deserto delle costruzioni urbane, dal « cemento »,<br />
diremmo oggi, ecc.), e a valori individuali, onirici, non diremmo inco<br />
scienti, perché la lucidità e la coscienza di <strong>Nerval</strong> non avevano nulla da<br />
carpire all'inconscio per <strong>il</strong> riconoscimento di se stesso e di certi temi<br />
ut<strong>il</strong>i alla letteratura. Appena modificando <strong>il</strong> senso di un'affermazione di<br />
Bachelard, togliendole cioè nel caso specifico la sua intenzione riguardo<br />
ai meccanismi inconsci <strong>della</strong> personalità, diremo: « La notion méme de<br />
voyage a un autre sens si on lui adjoint la notion complémentaire de<br />
retour au pays natal. Courbet s'étonnait de Pinstab<strong>il</strong>ité d'un voyageur:<br />
' II va dans les Orients: Dans les Orients! <strong>il</strong> n'a donc pas de terre na<br />
tale ? ' » 6 . È quello che <strong>Nerval</strong> può essersi detto, dopo <strong>il</strong> viaggio in<br />
Oriente. Vagabondo che deve in parte la sua sventura esistenziale al<br />
vagabondaggio stesso dei suoi genitori (al seguito di Napoleone), Ner<br />
val cerca di fissarsi almeno affettivamente e oniricamente nel « pays<br />
maternel », che è quello del « repos » per eccellenza — <strong>il</strong> paese dove<br />
Rousseau ha trovato riposo negli ultimi giorni <strong>della</strong> sua vita e dove si<br />
ha luogo di credere all'esistenza dell'« idylle antique » alla maniera di<br />
Gessner. Orfano di madre e diviso tra morboso amor f<strong>il</strong>iale e ribrezzo<br />
inconscio ma evidente per <strong>il</strong> padre (responsab<strong>il</strong>e <strong>della</strong> privazione affet<br />
tiva materna in Gerard) 7 , <strong>Nerval</strong> ritorna nel Valois e trova una doppia<br />
compensazione: ritrova da un lato l'atmosfera degli anni in cui la fami<br />
glia materna l'ha ospitato durante la « fatale » campagna napoleonica e<br />
dall'altro lato ritrova la figura del padre, aliena da possib<strong>il</strong>i incrimina<br />
zioni, nello zio Boucher, « grand-onde » meglio 8 , e quindi una specie<br />
di Padreterno per la fantasia del fanciullo e poi per quella dell'adulto<br />
6 G. BACHELARD, La Terre et les Réveries du Repos, Paris, Corti, 1948, pp.<br />
120-121.<br />
7 Cfr. CH. MAURON, <strong>Nerval</strong> et la psychocritique, « Cahiers du Sud », 1949,<br />
n. 293.<br />
8 Non abbiamo potuto esimerci dal pensare a <strong>Nerval</strong> leggendo <strong>il</strong> capitolo Lan-<br />
gage et Parente del libro fortunato di C. LÉVI-STRAUSS, Antbropologie structurale<br />
(Paris, Plon, 1958). La « relation avunculaire » tra nipote e zio materno presso<br />
certi popoli « primitivi » si ritrova in tutta la sua espressività socio-linguistica an<br />
che nella civ<strong>il</strong>tà occidentale attraverso le forme 6elog > zio e tìo e <strong>il</strong> simbolo del<br />
soprannome barba in certe regioni dell'Italia settentrionale. <strong>Nerval</strong> avrebbe rispet<br />
tato una relazione codificata nel passato <strong>della</strong> civ<strong>il</strong>tà occidentale (TACITO, Germa<br />
nia, XX, allude già a tradizioni e consuetudini delle tribù dei Germani primitivi: