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Nerval e il mito della "pureté" - Studi umanistici Unimi - Università ...

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L'AMANTE PLATONICO: CATEGORIE, FETICCI, ARTIFICI 139<br />

voler ricucire sempre più l'una all'altra le sue opere per realizzare quella<br />

continuità ideale (e romanzesca) che i fatti narrati non hanno nella vita.<br />

La confessione alla donna « proie », sacrificata pure lei all'« ombre », è<br />

accompagnata dalle lacrime come da una valvola di sicurezza che neutra­<br />

lizzi l'eventuale « reproche » o « air moqueur ». Così, l'infelice amante<br />

impietosisce la donna epistolarmente ingannata, e ottiene una ricono­<br />

scente amicizia. Qualche tempo dopo la stessa donna-preda si fa virtuale<br />

interprete presso la donna-ombra <strong>della</strong> costanza e probità amorosa del<br />

« banni de liesse ». La preda, ridotta a ombra dalla rinunzia dell'aman­<br />

te, chiede all'eterna ombra di farsi preda. Da questo gioco bizzarro e<br />

paradossale non si esce senza fare di sé, qualora si creda alle proprie figu­<br />

razioni oniriche, psicologiche e letterarie, un'eterna vittima dell'« om­<br />

bre », in letteratura come in realtà.<br />

La tipizzazione di due donne rappresentanti l'una l'ombra, l'altra la<br />

preda, è operata da <strong>Nerval</strong> in maniera più eloquente e complessa in<br />

Sylvie. I sentimenti sono più sfumati, la poesia del ricordo più insi­<br />

nuante, ma <strong>il</strong> meccanismo letterario che presiede alla doppia figurazione<br />

amorosa è lo stesso: <strong>il</strong> bisogno di costruire personaggi femmin<strong>il</strong>i in dia­<br />

lettica e complementari da idoleggiare simultaneamente. Sfuggendo al-<br />

P« amour impossible » di Parigi, Gerard cerca di ritrovare Sylvie, la<br />

buona contadina; rievocando l'immagine <strong>della</strong> fanciulla, egli le associa<br />

Adrienne, ma in antitesi complementare, per così dire; e siccome Adrien-<br />

ne diventa Aurélie, Adrienne-Aurélie è la coppia che viene ad opporsi<br />

a Sylvie. Sylvie comunque svolge <strong>il</strong> ruolo di « douce réalité », come<br />

Adrienne quello di « ideai sublime » e Aurélie quello di una magica (e<br />

fatale) apparizione teatrale. Vi sono due momenti verso la fine <strong>della</strong><br />

novella in cui meglio che altrove <strong>Nerval</strong> presenta queste doppie postu­<br />

lazioni amorose: ritornando a Parigi dopo la scoperta che nemmeno<br />

Sylvie gli poteva più appartenere, egli si chiedeva:<br />

Qu'allais-je y faire? Essayer de remettre de l'ordre dans mes senti-<br />

ments. — Si j'écrivais un roman, jamais je ne pourrais faire accepter<br />

l'histoire d'un coeur épris de deux amours simultanés 26 .<br />

plificata in maniera meno precaria dalla coppia-somma Syl vie + Adrienne. Ma tale<br />

coppia non è meno problematica per <strong>Nerval</strong> e, per difficoltà di realizzazione, è<br />

suscettib<strong>il</strong>e di alternativa in uno dei due termini: così Sylvie + Adrienne diviene<br />

Syl vie + Aurélie. Cambiano i termini, ma resta inalterata l'esigenza di far coincidere<br />

e riunire quella che si crede preda e quella che è ombra.<br />

26 Sylvie, I, p. 269.

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