Nerval e il mito della "pureté" - Studi umanistici Unimi - Università ...
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128 CAPITOLO SETTIMO<br />
esperienza manifestamente avventurosa e infelice, egli faccia di quel pas<br />
sato <strong>il</strong> centro delia sua creazione letteraria, che è in fondo la storia di<br />
una « faute » o di una serie di « fautes », con quello che ne consegue.<br />
Così che, ancora una volta, esperienze future rispetto a quelle diciamo<br />
così traumatiche e dolorose degli anni fondamentali saranno risucchiate<br />
verso l'origine; <strong>il</strong> ritorno nel Valois, che è di molto successivo, sarà spo<br />
stato cronologicamente e messo in relazione con le esperienze di quegli<br />
anni, allo stesso modo in cui esperienze precedenti saranno sistemate<br />
per ragioni letterarie in un ordine che realmente non gli appartiene. Oc-<br />
tavie, Sylvie, Aurélia, i Petits Chàteaux de Bohème ut<strong>il</strong>izzano <strong>il</strong> « si<br />
stema » del passato o <strong>il</strong> passato « risistemato » — sistema in cui si in<br />
tegra <strong>il</strong> presente attuale dello scrittore mentre scrive, sistema in cui lo<br />
scrittore si spiega totalmente. Così comprendiamo che, dicendo di que<br />
gli anni lontani:<br />
Amour, hélas! des formes vagues, des teintes roses et bleues, des<br />
fantómes métaphysiques!<br />
<strong>Nerval</strong> estenda molto al di là <strong>della</strong> loro denotazione storica i confini<br />
espressi dalla frase, e si denunzi quale egli è sempre stato, riveli i carat<br />
teri del suo destino e le sue risoluzioni letterarie, strutturalmente signi<br />
ficanti, simbolicamente « sistemate » già all'inizio delle opere suddette.<br />
I Petits Chàteaux de Boheme (1853) ci riportano agli anni <strong>della</strong><br />
« rue du Doyenné », al cenacolo di giovani scapigliati (pittori, musicisti,<br />
giornalisti, scrittori, poeti) che negli anni trenta facevano vita allegra in<br />
compagnia di donne, di « cocottes », di giovani attrici appena entrate<br />
nel mondo del teatro. « Questa colonia di artisti con la sua avversione<br />
per <strong>il</strong> f<strong>il</strong>isteo e la sua dottrina dell' 'art pour l'art' è <strong>il</strong> vivaio <strong>della</strong><br />
moderna boheme » 2 . Ma bohème non è necessariamente débauché:<br />
<strong>Nerval</strong> stesso ce ne fa prendere atto direttamente, attraverso la confes<br />
sione dei suoi amori e i versi delle Cydalises, e indirettamente, attraverso<br />
una citazione di versi dell'amico Houssaye. Ecco dapprima i versi di<br />
A. Houssaye:<br />
D'où vous vient, o Gerard! cet air académique?<br />
Est-ce que les beaux yeux de l'Opéra-Comique<br />
S'allumeraient a<strong>il</strong>leurs? La reine du Sabbat,<br />
Qui, depuis deux hivers, dans vos bras se débat,<br />
Vous échapperait-elle ainsi qu'une chimère?<br />
Et Gerard répondait: «Que la femme est amère! » 3 .<br />
2 A. HAUSER, cit., Ili, p. 249.<br />
3 I versi di HOUSSAYE appartengono alla poesia Vingt Ans (<strong>della</strong> raccolta Les