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Nerval e il mito della "pureté" - Studi umanistici Unimi - Università ...

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L'ONIRISMO 187<br />

Saturnin è un sognatore, un visionario, che promuove a sua volta la<br />

deliziosa visione di Aurélia, come la prima promessa che la strada final­<br />

mente imboccata porta giusto alla redenzione (di cui i « Mémorables »<br />

assicurano). Occorreva dunque all'ultimo istante « une àme simple et<br />

dégagée des liens de la terre » 37 per procurarsi la grazia <strong>della</strong> « Vier-<br />

ge » e di Aurélia; occorreva un atto di fede incontrollato, non sostenuto<br />

più da impalcature intellettuali, perché la « gent<strong>il</strong>issima » apparisse sor­<br />

ridente al suo amante. Ma Saturnin rappresenta sì tale atto di fede asso­<br />

lutamente puro; <strong>Nerval</strong> invece, con le cure di cui circonda <strong>il</strong> « pauvre<br />

garcon » e coi risultati che ne ottiene (fargli aprire gli occhi, dargli da<br />

bere, farlo parlare], rappresenta <strong>il</strong> ritorno all'equ<strong>il</strong>ibrio tra la vita con­<br />

templativa e la vita attiva, che per ciò stesso si opera in lui. Allo stesso<br />

modo, Saturnin, compiuta la sua funzione mistica, ritrovando la parola<br />

e gli impulsi primordiali dell'uomo-animale (vedere e nutrirsi), sembra<br />

ritrovare una specie di equ<strong>il</strong>ibrio che non può essere infirmato dalle<br />

risposte « pitagoriche » che egli da al suo caritatevole compagno:<br />

Pourquoi, lui dis-je, ne veux-tu pas manger et boire comme les au-<br />

tres? — C'est que je suis mort, dit-<strong>il</strong>; j'ai été enterré dans tei cime-<br />

tière, a telle piace... — Et maintenant, où crois-tu étre? — En purga-<br />

toire, j'accomplis moti expiation 38 .<br />

Saturnin, così rispondendo, rivela di essere « f<strong>il</strong>osofo » più che « ma­<br />

lato »: le « idées bizarres », come lo stesso <strong>Nerval</strong> le chiama, vanno<br />

soprattutto e anzitutto comprese in una visione del mondo del « ma­<br />

lato ». Apparterranno al « monde d'<strong>il</strong>lusions », giustamente, ma intanto<br />

resterà al malato l'impressione di dir vero e veder meglio di coloro che<br />

non sono mai entrati in case di cura. Il discorso è fatto implicitamente<br />

da <strong>Nerval</strong>, che, dopo aver criticato come bizzarre le idee di Saturnin e<br />

detto di non essere stato molto lontano da esse durante la propria ma­<br />

lattia, chiude <strong>il</strong> suo resoconto con una splendida professione di fede<br />

nell'inconscio e nella sua ut<strong>il</strong>izzazione nella vita reale:<br />

Toutefois, je me sens heureux des convictions que j'ai acquises, et<br />

je compare cette sèrie d'épreuves que j'ai traversées a ce qui, pour les<br />

anciens, représentait l'idèe d'une descente aux enfers 39 .<br />

37 Aurélia, I, p. 408.<br />

38 Ivi, p. 413.<br />

3!> Ivi, p. 414.

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