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Nerval e il mito della "pureté" - Studi umanistici Unimi - Università ...

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"LA TERRE PATERNELLE, C'EST DEUX FOIX LA PATRIE" H9<br />

Ora, sul piano dell'inconscio e sul piano <strong>della</strong> simbologia letteraria,<br />

che cosa possono significare tutti questi elementi che caratterizzano in<br />

comune Delphine e la Vergine (e non necessariamente l'una in dipen­<br />

denza dell'altra) se non <strong>il</strong> possesso di attributi iconografici <strong>della</strong> vergi­<br />

nità, <strong>della</strong> purezza, dell'evanescenza <strong>della</strong> forma umana e femmin<strong>il</strong>e nel­<br />

l'idea del divino, nel rito che attiene alla divinità o alla forza di cui è<br />

emanazione e ancella? Il solo modo per assicurarsi fin d'ora la soprav­<br />

vivenza di questa figura onirica esemplare è per <strong>Nerval</strong> <strong>il</strong> proposito di<br />

non dimenticare <strong>il</strong> nome di Delphine, di non dimenticare in fondo una<br />

donna fantasma, una donna che è nello stesso tempo se stessa (la nob<strong>il</strong>tà<br />

<strong>della</strong> sua famiglia) e altra (la figura che nel dramma rappresenta). « Je<br />

n'oublierai jamais ce nom! ». Un attimo apparsa, per sempre fissata nella<br />

propria esistenza e nella propria memoria. È ancora la memoria dunque<br />

che svolge una funzione catalizzatrice di un fenomeno suscettib<strong>il</strong>e di<br />

essere passeggero — ancora la memoria nervaliana che nel giro di due<br />

pagine viene impegnata in un'opera di fissaggio, e di riattivazione per i<br />

momenti futuri. In queste pagine <strong>Nerval</strong> si è abbastanza dichiarato come<br />

cultore delle proprie memorie infant<strong>il</strong>i:<br />

Les souvenirs d'enfance se ravivent quand on a atteint la moitié de<br />

la vie. — C'est comme un manuscrit palimpseste dont on fait reparaì-<br />

tre les lignes par des procédés chimiques 22 .<br />

Che è una splendida dichiarazione sulla « profondeur » delle impressioni<br />

infant<strong>il</strong>i sulla personalità dell'uomo — e una ferma fiducia nella capacità<br />

che esse avrebbero di emergere a distanza di anni sul piano <strong>della</strong> co­<br />

scienza. Il miracolo di questa reviviscenza intcriore <strong>Nerval</strong> lo fa operare<br />

dalle canzoni e dalle fanciulle che richiamano la sua infanzia — e si di­<br />

rebbe che in Angélique, anche da un punto di vista strutturale, <strong>Nerval</strong><br />

raggiunga <strong>il</strong> cuore di se stesso attraverso <strong>il</strong> cuore del Valois. Quanto<br />

stiamo vedendo infatti vien detto nella Lettre VI; nella Lettre VII c'è<br />

un'altra digressione che è pure costituita da un quadro delle « moeurs<br />

de province » attraverso le vecchie canzoni che ne sono espressione. Ora,<br />

se si considera che Angélique è composta di dodici lettere, ci si rende<br />

conto che la sesta e la settima lettera costituiscono <strong>il</strong> centro <strong>della</strong> no­<br />

vella. Al centro <strong>della</strong> novella dunque <strong>Nerval</strong> pone una serie di digres­<br />

sioni (due essenzialmente) che sono invece <strong>il</strong> centro delle sue preoccu­<br />

pazioni costanti, quasi fossero lapsus (ma quanto voluti) che rivelano in<br />

22 Angélique, I, p. 191.

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