Nerval e il mito della "pureté" - Studi umanistici Unimi - Università ...
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166 CAPITOLO SETTIMO<br />
intorno? la gente <strong>della</strong> « goguette », le coppie del peccato, del crimine,<br />
dell'adulterio, tante immagini reali e presenti di Pia e Francesca! Una<br />
ignota fanciulla dunque, nata da una collettività anonima e dall'« enfer<br />
parisien » 8G , fatta angelo grazie alla purezza <strong>della</strong> sua voce, diventa un<br />
simbolo che l'immaginazione di <strong>Nerval</strong> strappa al tempo e alla minaccia<br />
delle cose e <strong>della</strong> società, ed entra nel paradiso <strong>della</strong> letteratura nerva-<br />
liana di non altro provvista che una referenza impalpab<strong>il</strong>e ma capace di<br />
suscitare quello « charme » che <strong>Nerval</strong> risente all'ascolto di un certo<br />
« air très-vieux », di una voce « si pure et si ignorante ».<br />
<strong>Nerval</strong> ritornerà pure in Promenades et Souvenirs sullo stesso tema.<br />
Ma è la maniera in cui <strong>il</strong> tema è trattato in Sylvie che va analizzata.<br />
Sylvie, ritrovata da <strong>Nerval</strong>, comincia a spogliarsi delle <strong>il</strong>lusioni di cui<br />
<strong>il</strong> nostro sognatore o <strong>il</strong> suo ricordo l'aveva rivestita. « Sylvie n'était plus<br />
paysanne »: in questa frase si riassume <strong>il</strong> culmine <strong>della</strong> dis<strong>il</strong>lusione di<br />
Gerard. Ma prima di perdere completamente la fanciulla, prima di moti<br />
vare l'impossib<strong>il</strong>ità di sposare Sylvie, Gerard fa un tentativo per risalire<br />
dalla sua dis<strong>il</strong>lusione, invitando la fanciulla a cantare una canzone po<br />
polare del Valois:<br />
... Chantez-moi la chanson de la belle f<strong>il</strong>le enlevée au jardin de son<br />
pére, sous le rosier blanc. — On ne chante plus cela. — Seriez-vous<br />
devenue musicienne? — Un peu. — Sylvie, Sylvie, je suis sur que vous<br />
chantez des airs d'opera! — Pourquoi vous plaindre? — Farce que<br />
j'aimais les vieux airs, et que vous ne saurez plus les chanter.<br />
Sylvie modula quelques sons d'un grand air d'opera moderne... Elle<br />
phrasait\ 87 .<br />
« Elle phrasait! »: questa frase è una specie di sort<strong>il</strong>egio gettato sulla<br />
immagine di Sylvie. Ma <strong>il</strong> sort<strong>il</strong>egio non parte dall'ascoltatore malefico,<br />
bensì dalla stessa azione-qualità <strong>della</strong> cantante. Gerard non ha fatto che<br />
dare un nome, una definizione, alla realtà malefica che gli sta di fronte. E<br />
<strong>il</strong> s<strong>il</strong>enzio che segue, <strong>il</strong> cambio di registro piuttosto, indica una specie di<br />
operazione funebre a cui sarebbe stata soggetta la realtà sognata. Se la<br />
voce di Sylvie era la canzone del Valois, ora che la fanciulla « phrase »,<br />
ed ha una intonazione sostenuta, nasce in Gerard l'associazione: nuova<br />
voce di Sylvie è uguale alla « seconda voce » di Adrienne, è uguale alla<br />
voce di Adrienne che ha cantato nel castello di Chàalis. E quindi si spiega<br />
86 Les Nuits d'Octobre, I, p.<br />
« Sylvie, I, p. 265.