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Nerval e il mito della "pureté" - Studi umanistici Unimi - Università ...

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L'ONIRISMO 173<br />

Respecte dans la bete un esprit agissant...<br />

Chaque fleur est une àme a la Nature éclose;<br />

Un mystère d'amour dans le métal repose:<br />

Tout est sensible; — Et tout sur ton étre est puissant!<br />

Crains dans le mur aveugle un regard qui t'épie:<br />

A la matière méme un verbe est attaché...<br />

Ne la fais pas servir a quelque usage impie.<br />

Souvent dans Tètre obscur habite un Dieu cache;<br />

Et, comme un oe<strong>il</strong> naissant couvert par ses paupières.<br />

Un pur esprit s'accroìt sous l'écorce des pierres.<br />

In realtà nel Christ aux Oliviers c'è un grido disperato dell'uomo<br />

fondamentalmente ateo, del credente (Cristo simbolico) che scopre <strong>il</strong><br />

vuoto metafisico e vuole proclamare la sua scoperta al mondo intero —<br />

quindi nemmeno pitagorismo! E si giustifica così la frase peggiorativa<br />

« le somme<strong>il</strong> des bétes ». Ma tutto questo sembra davvero essere stato<br />

un cattivo sogno di Cristo-<strong>Nerval</strong>, <strong>della</strong> stessa natura di tanti sogni che<br />

in Aurelio, vedremo ridurre in prostrazione <strong>il</strong> narratore-iniziato. <strong>Nerval</strong><br />

non è ateo, la sua letteratura indica lo sforzo per sfuggire alla tentazione<br />

scettica e ancorarsi in un ciclo ideale e in una certezza, religiosa sincreti-<br />

stica (in ciò stesso rivelandosi la sua discendenza <strong>il</strong>luministica e volte-<br />

riana). Dal Christ aux Oliviers ai Vers dorés si passa come da un sogno<br />

metafisico nefasto a una visione pitagorica beatifica di quello compensa-<br />

trice, ultravisione anzi, grazie a cui <strong>il</strong> mondo minerale, vegetale, ani­<br />

male, umano è un mondo unico percorso da infiniti-possib<strong>il</strong>i esistenti.<br />

L'umanità, la dolcezza, la poesia di <strong>Nerval</strong> trovano forse nella disponi­<br />

b<strong>il</strong>ità a farsi invadere da ultravisioni di questo tipo la loro spiegazione e<br />

le ragioni del loro esistere piuttosto che nella disperata esemplificazione<br />

<strong>della</strong> Notte del Cristo morente. E tuttavia a un estremo di dolcezza, di<br />

affab<strong>il</strong>ità, di sogno di purezza, di timidezza, si oppone un estremo di<br />

ribellione violenta, di orgoglio personale smisurato, di visioni sangui­<br />

narie, secondo una parabola caratteristica dei ciclotimici — per cui, an­<br />

cora una volta, non si deve trascurare uno di questi estremi a vantaggio<br />

dell'altro, dell'uno e dell'altro essendo costituita la letteratura nervaliana.<br />

Nelle Chimères e negli altri componimenti che vanno sotto <strong>il</strong> titolo<br />

di Autres Chimères si trovano esemplificate le due polarità poetiche me­<br />

glio che altrove, nel senso che è più fac<strong>il</strong>e metterle a nudo, data la forma<br />

letteraria concisa in cui si esprimono. Quella che possiamo definire la<br />

costante pitagorica e virg<strong>il</strong>iana si alterna infatti con la costante camita,<br />

prometeica, vitalistica, generalmente in componimenti separati, coniu-

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