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Nerval e il mito della "pureté" - Studi umanistici Unimi - Università ...

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158 CAPITOLO SETTIMO<br />

Déesse, et je me vis chargé du ròle d'Osiris dont j'expliquai les divins<br />

mystères 68 .<br />

Octavie dunque è portata quasi naturalmente a rappresentare un teatro<br />

mistico-amoroso. Affascinata dal culto isiaco, Octavie vuole essere per<br />

un istante Iside, e Gerard, maestro di culto, viene incaricato <strong>della</strong> parte<br />

di Osiride. La scena non avrebbe altro significato e sarebbe « arte per<br />

arte » se non provocasse una specie di fulgurazione intcriore e un caso<br />

di coscienza in Gerard, che è soprattutto un rimorso religioso, <strong>della</strong> re­<br />

ligione dell'amore 69 , si capisce, ma nello stesso tempo di una religione<br />

storica che ha forse più di ogni altra per <strong>Nerval</strong> valore etico attuale. Rap­<br />

presentare dunque una cerimonia isiaca e non sentirsi « rigenerato »,<br />

non sentirsi « autentico », sarebbe stato ancora una volta profanare e<br />

quella religione e l'amore. Da cui la confessione a Octavie che<br />

le mystère de cette apparition (...) avait réve<strong>il</strong>lé un ancien amour 70<br />

e la soluzione di un'avventura bene avviata.<br />

Ma l'opera in cui <strong>Nerval</strong> sembra farsi regista e coreografo di una<br />

festa iniziatica è Isis (1845). Non importa che la novella sia un plagio<br />

o un libero adattamento di un'opera tedesca, come ha mostrato <strong>il</strong><br />

Popa 71 . A noi interessa vedere in che modo motivi fondamentali <strong>della</strong><br />

fantasia letteraria di <strong>Nerval</strong> ricompaiano da un'opera all'altra, da un<br />

punto all'altro di una stessa opera e ne facciano le strutture, rivelino le<br />

finalità artistiche dello scrittore, <strong>il</strong> suo mondo. Isis è <strong>il</strong> resoconto libero<br />

di una « féte assez ingénieuse » che un ambasciatore residente a Napoli<br />

ebbe l'idea di dare a Pompei:<br />

... Il fit costumer a l'antique un grand nombre de personnes; les in-<br />

vités se conformèrent a cette disposition, et, pendant un jour et une<br />

nuit, l'on essaya diverses représentations des usages de l'antique co­<br />

lonie romaine 72 .<br />

Doveva trattarsi dunque di una « tentative palingénésique » attra­<br />

verso una serie di rappresentazioni teatrali, al cui servizio era stata mes-<br />

es Octavie, I, p. 291.<br />

69 Lettres a Jenny Colon: « ... mon amour pour vous est ma religion » (I, p.<br />

760). Ma non è che una delle dichiarazioni dirette sulla fusione tra amore e reli­<br />

gione, e piuttosto sulla metamorfosi dell'amore in religione, che si trovano in<br />

<strong>Nerval</strong>.<br />

70 Octavie, I, p. 291.<br />

71 Si veda la sua già citata ediz. critica delle F<strong>il</strong>les du Feu.<br />

72 Isis, I, p. 293.

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