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Nerval e il mito della "pureté" - Studi umanistici Unimi - Università ...

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' FANTAISIE ' O ' SOUVENIRS D'UNE AUTKE VIE' £9<br />

altre cause remote e a concludere in altro modo. L'evocazione del pas­<br />

sato non può costituire nel caso particolare almeno <strong>il</strong> segno edipico; e<br />

così l'immagine del castello e quello <strong>della</strong> gran dama. Semmai quelle im­<br />

magini nascono da una larga posizione polemica di fronte alla realtà e<br />

da un bisogno di costruzione ideale che rifiuti la realtà presente e si<br />

ponga come anti-realtà appunto. Il passato, <strong>il</strong> castello, la dama, non<br />

fanno che rendere <strong>mito</strong>logicamente <strong>il</strong> senso <strong>della</strong> distanza che si vuole<br />

stab<strong>il</strong>ire tra sé e <strong>il</strong> presente, e rendere attraverso quella distanza la paura<br />

di essere profanato dal presente. C'è infatti in questa poesia una preoc­<br />

cupazione di natura mistica (risvolto irrazionale <strong>della</strong> polemica socio­<br />

culturale ivi impostata), che si può percepire indirettamente attraverso<br />

quegli stessi simboli usati come p<strong>il</strong>astri <strong>della</strong> composizione. Il poeta in­<br />

fatti, ringiovanito così profondamente grazie alla magia musicale, non è<br />

che si aggiri a suo agio nell'atmosfera incantata, in cui subisce l'imposi­<br />

zione <strong>della</strong> natura e <strong>della</strong> creazione umana (« grands parcs », « chàteau »)<br />

oltre che la superiorità inattingib<strong>il</strong>e <strong>della</strong> dama « a sa haute fenétre ».<br />

Esiste ancora in questa angolazione se-cose un rapporto immutato, uguale<br />

e contrario cioè a quello di partenza: <strong>il</strong> poeta è visto nell'atto estatico di<br />

fronte alla dama, di ammirazione di fronte al castello. Ma diminuite oni­<br />

ricamente le distanze tra sé e le cose, tra sé e la dama, si scoprono ele­<br />

menti, attributi, caratteri, di cui di primaria importanza sono quelli rac­<br />

chiusi nel v. 14: gli « habits anciens » insistono con l'aggettivo sulla no­<br />

zione di tempo in prospettiva di allontanamento, mentre « blonde aux<br />

yeux noirs » dice attraverso <strong>il</strong> congiungimento di opposti coloristici la<br />

scoperta di singolarità mistico-somatica <strong>della</strong> dama.<br />

Non è la sola volta che <strong>Nerval</strong> accosta « blond »-« noir », « blon­<br />

de »-« brune » in una combinazione che accresce (misticamente) <strong>il</strong> fa­<br />

scino ideale <strong>della</strong> donna amata o sognata. Sylvie (« yeux noirs ») e<br />

Adrienne (« blonde ») non saranno oniricamente le « deux moitiés d'un<br />

seul amour » all'ombra di un castello (di Henri IV)? Così nel cap.<br />

« Chant<strong>il</strong>ly » di Promenades et Souvenirs, <strong>Nerval</strong> non riferirà di essere<br />

stato ospite di una compagnia di comici (« on les invitait souvent dans<br />

les chàteaux de la province... ») e di avervi conosciuto due fanciulle, di<br />

cui « l'une vive et brune, l'autre blonde et ricuse », che gli fanno pen­<br />

sare a Mignon e Ph<strong>il</strong>ine del W<strong>il</strong>helm Meister? 18 . (Importante <strong>il</strong> com­<br />

mento nervaliano a tal riguardo: « et vo<strong>il</strong>à un réve germanique qui<br />

is Promenades et Souvenirs, I, p. 145. Anche nel Voyage en Ortent una cop­<br />

pia di donne, Zeynab-Salèma, è formata da una « brune » e una « blonde ». No­<br />

stalgia dell'eterno femminino e mancata realizzazione amorosa, pure in quel caso.

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