Nerval e il mito della "pureté" - Studi umanistici Unimi - Università ...
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138 CAPITOLO SETTIMO<br />
ne diverse, di cui l'ima archetipo dell'altra, l'una subendo le conseguenze<br />
del fascino esercitato dall'altra sullo stesso uomo. « Condannato » dalla<br />
donna che ama, <strong>il</strong> narratore di Aurelio, confessa di aver visto negli<br />
« enivrements vulgaires », nei viaggi ecc. la possib<strong>il</strong>ità di una riconqui<br />
sta morale di se stesso. A una donna « d'une grande renommée » cono<br />
sciuta durante un « joyeux carnaval dans une v<strong>il</strong>le d'Italie » 22 , dopo<br />
appena una serata di compagnia divisa con altri ammiratori, scrive una<br />
lettera d'amore, che, dopo essere partita, provoca rimorsi per i termini<br />
in cui è stata scritta, gli stessi di cui un tempo s'è servito « pour pein-<br />
dre un amour véritable et longtemps éprouvé » 2K . È la « profanation »<br />
dei suoi ricordi. Il giorno seguente la donna, per quanto sorpresa dalla<br />
subitaneità del suo amore, sembra accordargli i suoi favori.<br />
J'essayai de la convaincre [<strong>della</strong> sua sincer<strong>il</strong>a]; mais, quoi que je<br />
voulusse lui dire, je ne pus pas ensuite retrouver dans nos entretiens,<br />
le diapason de mon style, de sorte que je fus réduit a lui avouer,<br />
avec larmes, que je m'étais trompé moi-méme en l'abusant 24 .<br />
È chiaro che la donna di cui parla è Marie Pleyel, conosciuta a Vien<br />
na nel 1839, ma, oltre che lo sfondo italiano fa più romanticismo (<strong>il</strong><br />
ricordo di Corinne non deve esservi estraneo) 2i> , <strong>il</strong> narratore mostra di<br />
22 Aurélia, I, p. 360.<br />
sa Ibid.<br />
24 Ivi, pp. 360-1.<br />
25 Tra i vari motivi validi a far avvicinare Octavie a Corinne (alcuni dei quali<br />
già segnalati dal GAULMIER, cit., pp. 85-6, n. 1) ve n'è uno che c'interessa parti-<br />
colarmente sottolineare per nostro conto: la ressemblance tra Corinne e Luc<strong>il</strong>e. An<br />
ticipando anche in questo caso un'indagine da fare sull'argomento nelle pagine suc<br />
cessive, osserviamo che lo svolgimento finale del romanzo è centrato sul motivo<br />
<strong>della</strong> ressemblance « complessa » sulla base di una ressemblance « semplice ».<br />
Oswald, obbedendo alla memoria del padre, sposa Luc<strong>il</strong>e, e la sua coscienza (per<br />
quanto vivo <strong>il</strong> rimorso del tradimento ai danni di Corinne) viene in parte tacitata<br />
dal trait d'union naturale, del sangue, che lega una donna all'altra. Cosi che la<br />
preda presente si accompagna già dell'ombra lontana. Ma Corinne contribuisce an<br />
che lei alla durata e all'approfondimento <strong>della</strong> ressemblance, iniziando la sorella a<br />
un'educazione sentimentale e psicologica sulla falsariga <strong>della</strong> propria personalità e<br />
<strong>della</strong> passata relazione amorosa con Oswald. La preda si sottomette all'ombra e<br />
assicura, in virtù <strong>della</strong> maschera assunta in accordo con essa e in segreto rispetto<br />
a Oswald, in virtù dell'artificio associativo insomma, la sua permanenza nel cuore<br />
del marito. Così nel romanzo. Ma per <strong>Nerval</strong>, per quanto egli romanzeggi lettera<br />
tura e vita, resta scoperta e insanata la dialettica ombra-preda, e non dura molto<br />
<strong>il</strong> gioco scenico <strong>della</strong> ressemblance soddisfacente, perché è lui che l'impone un<br />
istante alla donna-preda per riassorbirla subito dopo nei confini <strong>della</strong> realtà e quindi<br />
distruggerla. A meno che la sfera amorosa del tipo preda+ombra non sia esem-