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Nerval e il mito della "pureté" - Studi umanistici Unimi - Università ...

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50 CAPITOLO TERZO<br />

Passera dans ta vie, et que, dès ce moment,<br />

Du domaine infernal franchissant les limites,<br />

Ombre, tu prends un corps! morte, tu ressuscites!<br />

Coster risponde a perdizione con creazione, oppone alla « neige » <strong>il</strong><br />

« feu », <strong>il</strong> suo fuoco interno che da vita alla morte dell'immagine amata,<br />

ed è <strong>il</strong> « feu de Prométhée », come dice tra sé la Dame. È costei un<br />

simbolo più che trascurato dai nervalisti — simbolo non di una sensibi­<br />

lità neoclassica che da vita, come quella goethiana, all'ombra di Elena<br />

e la dissolve nel nulla mentre di lei rimangono significativamente i soli<br />

veli nelle mani di Faust 24 . La Dame de Beaujeu non rappresenta un<br />

astratto, mentale, eterno femminino, idoleggiato dall'immaginazione amo­<br />

rosa dell'eroe. La centralità <strong>della</strong> sua apparizione nel dramma (atto ter­<br />

zo) conferisce alla donna una funzione-chiave nel dramma stesso ed è<br />

uno schermo fedele su cui seguire la proiezione dei sentimenti e delle<br />

idee di <strong>Nerval</strong>. La dialettica adombrata in questa scena, che chiarisce<br />

tutto <strong>il</strong> dramma, non si imposta tra vita e morte — con la vittoria finale<br />

<strong>della</strong> morte, sconfitta solo momentaneamente, come avveniva in Goe-<br />

the; una dialettica vana in quanto svolta specificamente sul piano <strong>della</strong><br />

« bellezza ». Qui la condizione estetistica, neoclassica, neo-ellenica, pre­<br />

cipita per saturazione, o meglio: è un puro momento iniziale, una sem­<br />

plice suggestione per chi non solo di bellezza vuole appagarsi, ma an­<br />

che e soprattutto di climi morali, f<strong>il</strong>osofici, religiosi delle più diverse<br />

civ<strong>il</strong>tà. Il termine di « sopravvivenza », di « resurrezione », ha valore<br />

più drammatico di quanto non avvenisse nel Faust. La Dame de Beau­<br />

jeu si è animata, ha perso i tratti fissi delle due Aspasie incarnate,<br />

quella evocata e la moglie di Blocksberg, così come li vede lo stesso<br />

Coster, i caratteri di una statuaria funerea malgrado tutto, per assumere<br />

un pathos di resurrezione dalla morte, una trepidazione premortale pre­<br />

sentata come post-mortale. Se questa trepidazione davanti alla morte è<br />

caratteristica <strong>della</strong> cultura francese tra gli anni trenta e sessanta in modo<br />

particolare (da Gautier e Baudelaire), in <strong>Nerval</strong>, <strong>il</strong> poeta <strong>della</strong> morte,<br />

ha un significato esteso e profondo, variamente simboleggiato nelle ope­<br />

re. Qui la Dame de Beaujeu, soggetta e ribelle a un tempo a Satana, <strong>il</strong><br />

condannato a morte perpetua capace tuttavia di ridar vita a un indivi­<br />

duo (Aspasie, Al<strong>il</strong>ah...) perché ne adeschi mortalmente un altro; la Da­<br />

me de Beaujeu esprime la massima concentrazione delle due possib<strong>il</strong>ità<br />

davanti alla morte: l'atteggiamento passivo e quello attivo. Se ancora<br />

24 Vedi MITTNER, cit., pp. 556 e 995.

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