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Nerval e il mito della "pureté" - Studi umanistici Unimi - Università ...

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L'ORIENTE NERVALIANO 75<br />

quei richiami letterari, rientra giusto nell'ambito <strong>della</strong> « religione » <strong>della</strong><br />

razza e del popolo germanico di cui si infatuarono i romantici.<br />

Ma più di Lorely ci dice a tal riguardo l'VIII lettera di Angélique,<br />

nella quale, nervalizzando in particolare i Recits des Temps Mérovin-<br />

giens (1840) del Thierry, <strong>il</strong> nostro autore sottolinea la continuità sto­<br />

rico-ideale tra i Franchi e <strong>il</strong> Valois, che è quanto dire tra Francia-Vtf/ow e<br />

Oriente. « Issus généralement de la race caucasienne », passando in Gal-<br />

lia i Franchi « primitifs » fecero <strong>il</strong> loro « premier arrét » nella « France,<br />

division speciale de l'Ile-de-France » 4 . Non vi fu dunque invasione, né<br />

dominazione, « les Francs n'ont nullement subjugué la Gaule ». Razza<br />

forte, guerriera, intraprendente, e ben organizzata socialmente, « ces<br />

hommes vivaient sur un pied d'égalité, d'après les moeurs patriarcales » 5 .<br />

<strong>Nerval</strong> tende dunque a ut<strong>il</strong>izzare e a fondere sul piano del racconto pseu­<br />

do-storico le lezioni di Thierry e di Michelet, e in pari tempo rivela i<br />

motivi sentimentali-intellettuali che lo spingono a queste considerazioni:<br />

la « vocazione » per l'Oriente, un Oriente particolare, articolato in una<br />

geometria di coordinate storiche, geografiche, sentimentali. I Franchi<br />

vengono dall'Oriente asiatico, vivono su un piede di uguaglianza e se­<br />

condo costumi patriarcali, non hanno soggiogato la Gallia ma, grazie al<br />

loro valore e alle loro virtù, sono stati chiamati dai Romani a salvaguar­<br />

dia dei confini, per popolare alcune terre, « surtout » per lavorare campi<br />

e foreste e bonificare la regione dell'antica Lutetia... Un quadro quanto<br />

mai ideale dunque dei Franchi (un quadro che affascinerà molti francesi<br />

fino al risveglio del 70) 6 .<br />

4 Angélique, I, p. 206. Si veda pure questo passo, tra serio e ironico, tratto<br />

dal Voyage en Orient, che riferisce un quadro intravisto durante <strong>il</strong> soggiorno al<br />

Cairo: « Voici a droite un cabaret chrétien, c'est-à-dire un vaste cellier où l'on<br />

donne a boire sur des tonneaux. Devant la porte se tient habituellement un mor-<br />

tel a face enluminée et a longues moustaches, qui représente avec raajesté le Frane<br />

autochtone, la race, pour mieux dire, qui appartieni a l'Orient, etc. » (II, p. 111).<br />

Più noto di questo è un passo <strong>della</strong> lettera a Cave del 31 mars 1841, in cui espone<br />

le ragioni che lo muoverebbero nella sua « mission artistique et archéologique »<br />

sulle tracce delle migrazioni-invasioni dei visigoti e ostrogoti in Francia, e quindi<br />

delle origini <strong>della</strong> Francia moderna dalla razza galloromana fusa in quella germa-<br />

nico-orientale. « ... Reconnaìtre nos frères d'origine en Allemagne, en Russie, en<br />

Orient, et surtout encore dans l'Espagne et dans l'Afrique... ». E più giù: « Les<br />

mérovingiens sont des Indous, des Persans et des Troyens ». Sicché giustamente<br />

nota <strong>il</strong> Richer: « <strong>Nerval</strong> est reste aux théories de l'abbé Erithème alors abandon-<br />

nées » (I, p. 1387).<br />

•J Angélique, I, pp. 206-7.<br />

6 Vedi L. F. BENEDETTO, Contraccolpi spirituali di una disfatta [1870], in<br />

Uomini e tempi, M<strong>il</strong>ano-Napoli, Ricciardi, 1953, pp. 403-419.

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