Nerval e il mito della "pureté" - Studi umanistici Unimi - Università ...
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142 CAPITOLO SETTIMO<br />
Vue de près, la femme réelle révoltait notte ingènui té; <strong>il</strong> fallait<br />
qu'elle apparùt reine ou déesse, et surtout n'en pas approcher 31 .<br />
Collocando dunque la donna amata nel suo proprio mezzo, tra i « feux<br />
de la rampe », facendo di lei una « apparition » lungamente attesa sulla<br />
scena, <strong>il</strong> poeta ce la presenta nella sua trasmutazione, fatta idolo, su cui<br />
si posano gli occhi attenti di una sala di spettatori-iniziandi. Ma è un<br />
idolo che da vita alle cose e agli esseri che lo circondano:<br />
... Une apparition bien connue <strong>il</strong>luminait l'espace vide, rendant la vie<br />
d'un soufflé et d'un mot a ces vaines figures qui m'entouraient 32 .<br />
Tra l'idolo e l'adoratore esiste la barriera che si stab<strong>il</strong>isce tra <strong>il</strong> sacro e<br />
<strong>il</strong> profano, tra la divinità e l'iniziando: questo arriva a quella solo at<br />
traverso qualcosa che medi l'atto stesso del guardare: i « feux de la<br />
rampe », <strong>il</strong> ruolo stesso dell'attrice, <strong>il</strong> suo travestimento. Non appare<br />
più singolare così la confessione <strong>della</strong> durata d'adorazione a distanza,<br />
rivolta all'attrice e non alla donna:<br />
Depuis un an, je n'avais pas encore songé a m'informer de ce qu'elle<br />
pouvait étre a<strong>il</strong>leurs; je craignais de troubler le miroir magique qui<br />
me renvoyait son image, — et tout au plus avais-je prete l'ore<strong>il</strong>le a<br />
quelques propos concernant non plus l'actrice, mais la femme 33 .<br />
La terminologia « miroir magique »-« image » rivela <strong>il</strong> platonismo<br />
(originario e fiorentino) che sottosta alla creazione del <strong>mito</strong> amoroso ner-<br />
valiano. L'immagine dell'idolo viene dunque riflessa da uno specchio ma<br />
gico che ne assicura l'intoccab<strong>il</strong>ità sacra dalla profanazione del « fedele<br />
d'amore » troppo sollecito. « Depuis un an »; Houssaye in Vingt ans:<br />
« depuis deux hivers ». Ma si potrebbe dire: « depuis toujours », se <strong>il</strong><br />
destino che <strong>Nerval</strong> vuole attribuirsi in quel dato momento e in quelle<br />
circostanze sembra già prefigurato dal suo passato e dai suoi interessi<br />
letterari precedenti. Ci sia perdonato questo intervento destinologico<br />
31 Sylvie, I, p. 242. Eppure <strong>Nerval</strong> non rievoca la donna amata se non in<br />
quanto in lei immagine ideale e immagine reale si siano giustapposte o sovrappo<br />
ste. Assume importanza dunque, al momento del ricordo letterario, la parte svolta<br />
dalla donna reale nella permanenza e nell'ispessimento <strong>della</strong> sua immagine ideale<br />
precostituita, giusto come Jean Starobinski ha rivelato essere avvenuto in Rous-<br />
seau. (Il metodo critico di Starobinski offre la possib<strong>il</strong>ità di scorgere « dall'interno »<br />
i rapporti di f<strong>il</strong>iazione e somiglianzà tra Rousseau e <strong>Nerval</strong>: si vedano /.-/. Rous-<br />
seau: la transparence et l'obstacle, Paris, Plon, 1958, e /.-/. Rousseau et le perii de<br />
la réflexton, in L'Oe<strong>il</strong> vivant, Paris, Gallimard, 1961).<br />
32 Sylvie, I, p. 241.<br />
33 Ivi, pp. 241-2.