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Nerval e il mito della "pureté" - Studi umanistici Unimi - Università ...

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42 CAPITOLO TERZO<br />

privata dei vecchi caratteri (« gràce » ecc.), mentre sulla sua fine <strong>il</strong> critico<br />

si sofferma per notare l'intervento divino volto a salvare la peccatrice.<br />

Nello stesso tempo è Elena che sembra godere degli attributi idealistici<br />

(o idealizzanti): la « pureté » si trasferirebbe in lei per <strong>il</strong> fatto che è<br />

oggetto d'amore intellettuale; godendo cioè di una situazione storico-<br />

intcriore che è semplice proiezione dell'immaginazione e dell'impulso<br />

erotico di Faust (impulso idealistico capace di materializzare l'immagine<br />

e farla donna concreta: da cui <strong>il</strong> dramma-poesia <strong>della</strong> sua vicenda con<br />

Faust).<br />

Margherita passa dunque nella immaginazione di <strong>Nerval</strong> coi caratteri<br />

<strong>della</strong> Maddalena cristiana: peccatrice e redenta dalla stessa intensità del<br />

rimorso, donna di natura ma penetrata dalla grazia finale e salvata dalla<br />

dannazione. Ci voleva una Maddalena nell'agiografia cristiana — e biso­<br />

gnava comunque crearla — per significare una redenzione (sublimazione),<br />

operata dalla fede, dei figli <strong>della</strong> terra e dei moti istintivi e « antichi »<br />

<strong>della</strong> loro natura: la Maddalena nel suo « dopo Cristo » rappresenta la<br />

sublimazione dell'amore « pagano », « naturale », « fisico ». Margherita<br />

assume i caratteri <strong>della</strong> peccatrice, <strong>della</strong> donna che offre <strong>il</strong> suo amore e<br />

la sua verginità con una spontaneità che la perde agli occhi <strong>della</strong> società<br />

in cui vive. La sua salvezza viene dall'« alto ». Nonostante la sua edu­<br />

cazione religiosa, Margherita è una donna che appartiene alla preistoria<br />

dell'era cristiana e che in questa rientra con le invocazioni finali, signi­<br />

ficative ma in certo senso arbitrarie, strazianti e profondamente poetiche<br />

ma non atte a mutare la vera fisionomia <strong>della</strong> fanciulla che appare quasi<br />

intera prima delle resipiscenze morali e religiose. Tutto questo è sotteso<br />

all'interpretazione nervaliana e può trovare un riscontro nell'impiego che<br />

<strong>della</strong> figura di Margherita fa Baudelaire nel Sonnet d'Automne (1861):<br />

Ils me disent, tes yeux, clairs comme le cristal:<br />

« Pour toi, bizarre amant, quel est donc mon mérite? ».<br />

— Sois charmante et tais-toi! Mon coeur que tout irrite,<br />

Excepté la candeur de l'antique animai,<br />

— O pale marguerite!<br />

Comme moi n'es-tu pas un sole<strong>il</strong> automnal,<br />

O ma si bianche, o ma si froide Marguerite? 7 .<br />

Individuare la donna a cui tali versi sono indirizzati (forse Maria<br />

Daubrun o forse una prostituta) 8 passa in second'ordine rispetto all'in-<br />

7 BAUDELAIRE, Les Fleurs du Mal, ' Sonnet d'Automne '.<br />

8 M. Daubrun, secondo i commentatori delle Fleurs du Mal, Blin-Crépet (Paris,

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