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Nerval e il mito della "pureté" - Studi umanistici Unimi - Università ...

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"LA TERRE PATERNELLE, C'EST DEUX FOIX LA PATRIE" 125<br />

quando <strong>Nerval</strong> dice questo, noi comprendiamo ormai che si tratta e di<br />

lingua e di contenuti ideali. La lingua leccata e r<strong>il</strong>eccata delle varie ar­<br />

cadie che si sono succedute tra <strong>il</strong> Sei e <strong>il</strong> Settecento in Francia poteva<br />

andare bene per un mondo artificiale, artificialmente costruito, edulco­<br />

rato e senz'anima, e dunque lingua artificiale e freddamente ripulita e<br />

ut<strong>il</strong>izzata anch'essa. Ma <strong>Nerval</strong>, quando parla di « bergeries », non al­<br />

lude certo ai falsi « bergers » <strong>della</strong> letteratura e <strong>della</strong> civ<strong>il</strong>tà passata, ma<br />

a un mondo dai connotati precisi, che si esprime in un modo preciso,<br />

in una lingua che non è « costruita » ma ancora parlata e vivente nel<br />

mondo contadino, là dove <strong>il</strong> cuore <strong>della</strong> Francia « a battu » « pendant<br />

plus de m<strong>il</strong>le ans ». Nel suo desiderio-bisogno di risalire alle origini e a<br />

un mondo non ancora corrotto, <strong>Nerval</strong> ritrova <strong>della</strong> lingua francese <strong>il</strong><br />

« naturellement pur » e <strong>della</strong> Francia <strong>il</strong> « cceur ». La sua immaginazione<br />

regressiva come poteva fermarsi alla storia francese degli ultimi secoli<br />

senza risalire ancora oltre verso ciò che costituisce realmente sul piano<br />

nazionale <strong>il</strong> « coeur » <strong>della</strong> Francia? Ora, <strong>il</strong> « coeur » <strong>della</strong> Francia è<br />

miracolosamente rappresentato da una fanciulla vergine e guerriera,<br />

Jeanne d'Are, figlia del Medioevo <strong>della</strong> cui passione presso i romantici<br />

sappiamo abbastanza. Il Michelet aveva già scritto pagine gloriose ed<br />

esaltanti (romanticamente) sulla fanciulla che univa in sé due concetti,<br />

due condizioni (quanto fam<strong>il</strong>iari a <strong>Nerval</strong>!): verginità e patria, fanciulla<br />

pura e suolo materno 33 . Così, dall'insegnamento che derivava ai gio­<br />

vani romantici dalla parola di Michelet, <strong>Nerval</strong> non poteva non conside­<br />

rare rispondente al proprio ideale delle origini, del puro, nelle forme in<br />

cui meglio si manifesta (le figure femmin<strong>il</strong>i), una difesa michelettiana<br />

<strong>della</strong> donna « francese » attraverso la « Pucelle d'Orléans » 34 :<br />

Pureté, douceur, bonté héroique, que cette suprème beauté de l'àme<br />

se soit rencontrée en une f<strong>il</strong>le de France, cela peut surprendre les<br />

étrangers qui n'aiment a juger notte nation que par la légèreté de ses<br />

33 Parlando delle donne francesi e del loro odio per la guerra, <strong>Nerval</strong> osserva<br />

in Angélique che tuttavia « dans les provinces qui se rapprochent du Nord ou de<br />

l'Allemagne, on a pu trouver des Jeanne d'Are et des Jeanne Hachette », in virtù<br />

proprio delle migrazioni tedesche e in particolare franche, perché, egli dice, soste­<br />

nendo la teoria storica delle due grandi razze in Francia, « les femmes guerrières<br />

sont de la race franque ». La pagina è tutta da leggere (p. 210), per prendere atto<br />

dell'interesse di <strong>Nerval</strong> per le donne guerriere e vergini, come Jeanne d'Are ecc.<br />

Forse anche in Aurélia è presente a <strong>Nerval</strong> la figura di Jeanne d'Are, attraverso<br />

l'allusione alle « luttes des Bourguignons et des Armagnacs » (Aurélia, II, p. 5).<br />

34 La « Pucelle d'Orléans » è una « figlia <strong>della</strong> natura » come Sylvie: l'una è<br />

« gardienne de moutons », l'altra è « paysanne ».

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