Nerval e il mito della "pureté" - Studi umanistici Unimi - Università ...
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L'ORIENTE NERVALIANO 81<br />
anche quando non è chiaramente espressa, sottosta di continuo al rac<br />
conto del viaggio: l'Oriente-sacro, l'Occidente-profano: un'antitesi che<br />
posta in termini naturalistici rivela ben altre e profonde motiva2Ìoni<br />
d'origine. Infatti non vale solo precisare come <strong>Nerval</strong> cominci a rive<br />
lare la sua disponib<strong>il</strong>ità ad accogliere nell'intero (interno-esterno) le<br />
immagini culturali, <strong>mito</strong>logiche, secondo la tipica immaginazione (« men<br />
tali té ») primitiva: cioè l'Aurora davvero « déesse » che non si spinge<br />
fino in Europa, e non semplicemente un'allegoria, un simbolo, una me<br />
tafora anagogica ecc. Ma è ben anche vero che dopo la prima e sponta<br />
nea appercezione di quelle immagini culturali c'è la successiva presa di<br />
coscienza intellettuale, critica, che conduce a svelare e interpretare alle<br />
goricamente le immagini: così l'Aurora greca diventa simbolo di una<br />
civ<strong>il</strong>tà ancora « pura » e, al contrario, gli occidentali, che vivono in una<br />
società ad alto potenziale civ<strong>il</strong>e, industriale ecc., sono ancora una volta<br />
e ora più che mai antifrasticamente « barbares », condannati (« déshé-<br />
rités ») a vivere in un'« atmosphère impure », in climi insani, degene<br />
rati. Questa dicotomia non rimane sul piano geografico-spaziale, Occi<br />
dente-Oriente, ma si sposta sul piano temporale, presente-passato, quan<br />
do, avvicinandosi a Cerigo, quella che fu Citerà, P« <strong>il</strong>e méme de Ve-<br />
nus », subentra nel poeta <strong>il</strong> disincanto del reale al sogno culturale:<br />
... Aujourd'hui cette <strong>il</strong>e s'appelle Cerigo, et appartieni aux Anglais.<br />
Vo<strong>il</strong>à mon réve... et voici mon réve<strong>il</strong>! Le del et la mer sont toujours<br />
là; le ciel d'Orient, la mer d'Ionie se donnent chaque matin le saint<br />
baiser d'amour; mais la terre est morte, morte sous la main de l'hom-<br />
me, et les dieux se sont envolés! 23 .<br />
Alle porte dell'Oriente, nell'isola <strong>della</strong> dea d'amore, <strong>il</strong> colonialismo<br />
inglese simboleggia la deturpazione, la degenerazione, la profanazione di<br />
una terra sacra. La sua decadenza significa anche la morte delle divinità<br />
che l'abitarono: al posto del tempio di Venere celeste è ora un forte<br />
m<strong>il</strong>itare, alla « déesse génératrice » si è sostituito <strong>il</strong> deserto, la ster<strong>il</strong>ità.<br />
L'Europa, l'Ingh<strong>il</strong>terra, hanno impiantato nell'isola <strong>della</strong> bellezza e del<br />
l'amore l'orrida forca <strong>della</strong> condanna capitale. Triste scoperta per <strong>il</strong> viag<br />
giatore in cerca di purezza e di incorrotto!<br />
Le premier gibet réel que fai vu encore, c'est sur le sol de Cythère,<br />
possession anglaise, qu'<strong>il</strong> m'a été donne de l'apercevoir! 24 .<br />
23 V. en O., Il, p. 64.<br />
24 Ivi, p. 71.<br />
6 V. CAROFIGLIO, <strong>Nerval</strong> e <strong>il</strong> <strong>mito</strong> <strong>della</strong> "pureté'