Nerval e il mito della "pureté" - Studi umanistici Unimi - Università ...
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12 CAPITOLO PRIMO<br />
st'uomo » volteriano. E d'altronde, l'adorazione del sole da parte di Vol<br />
taire tradiva in lui l'emozione irrazionale dinanzi alle grandi potenze<br />
del cosmo delle quali <strong>il</strong> sole è la più imponente, operosa e suggestiva,<br />
talmente da diventare simbolo concreto <strong>della</strong> divinità, dell'« Architecte »<br />
universale. Ci sono prove indirette dell'adorazione del sole da parte di<br />
Voltaire 22 ; ma anche la sua opera rivela una persistenza dell'immagine<br />
del sole legata alla nozione del divino. Si ricava dall'esempio seguente<br />
la prova dell'esistenza di Dio attraverso la prova dell'esistenza del sole,<br />
che può diventare nel momento irrazionale identificazione di Dio col<br />
Sole:<br />
Le Douteur — Comment me prouverez-vous l'existence de Dieu?<br />
L'Adorateur — Gomme on prouve l'existence du sole<strong>il</strong>, en ouvrant les<br />
yeux 23<br />
Così, a ragione <strong>il</strong> Pomeau può definire quello volteriano come « mysti-<br />
cisme des ' lumières ' » 24 . A tale misticismo non è estraneo <strong>Nerval</strong><br />
attraverso l'insegnamento dello zio e la lettura diretta di Voltaire, e<br />
forse la costante ossessione delle immagini solari e quella del contrasto<br />
tra luce e ombra specialmente negli ultimi anni rivelano in <strong>Nerval</strong> una<br />
traccia non trascurab<strong>il</strong>e <strong>della</strong> sua educazione religiosa e morale. Resta<br />
<strong>il</strong> fatto che Voltaire ritorna alla sua mente come <strong>il</strong> razionalista che com<br />
batte le superstizioni minute e gigantesche <strong>della</strong> storia e le irride e demi<br />
stifica alle origini; e comunque gli appare nei momenti di crisi intcriore<br />
in cui più forte si fa sentire <strong>il</strong> bisogno di Aurélia-Dio, come <strong>il</strong> nemico<br />
e l'ostacolo da superare per la soddisfazione di quel bisogno. L'opera<br />
di Voltaire viene significativamente paragonata a quella di Luciano nel<br />
l'antichità: scettica e ironica di fronte alle forme religiose tradizionali<br />
e ai miracoli. « Lucien... le Voltaire de l'antiquité », osserva <strong>Nerval</strong>, che<br />
ha assistito durante <strong>il</strong> suo viaggio in Oriente a un miracolo che lo ha<br />
22 Vedi <strong>il</strong> già citato libro di POMEAU, in particolare pp. 410 ss.<br />
23 VOLTAIRE, Dialogue du Douteur et de l'Adorateur, in: Alélanges, cit., p. 671.<br />
Il « Sole<strong>il</strong> » serve come termine di paragone per sostenere la necessità di una reli<br />
gione universale, in bocca pure all'« honnéte homme »: « Oui, <strong>il</strong> faut une religion;<br />
mais <strong>il</strong> la faut pure, raisonnable, universelle: elle doit étre comme le sole<strong>il</strong>, qui<br />
est pour tous les hommes et non pas pour quelque petite province priv<strong>il</strong>égiée... »<br />
(Catéchisme..., cit., p. 665). Affermazione che prova ulteriormente <strong>il</strong> significato non<br />
semplicemente retorico attribuito al paragone-immagine del « sole », sia nel Dialo<br />
gue che nel Catéchisme, bensì significato propriamente teologico.<br />
24 R. POMEAU, cit., p. 415.