Nerval e il mito della "pureté" - Studi umanistici Unimi - Università ...
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" LA TERRE PATERNELLE, C'EST DEUX FOIX LA PATRIE"<br />
si possono dare e la reazione del narratore (analoga ad una precedente)<br />
e l'atmosfera di ingenuità e di arcadia creata in virtù <strong>della</strong> « gracieuse-<br />
té » fatta dalle fanciulle all'« étranger » 19 .<br />
Sempre nella Lettre VI, e seguente all'episodio delle « Jeunes F<strong>il</strong>-<br />
les », è un altro ricordo del narratore: « Delphine ». La tecnica associa<br />
ti va dell'arte di <strong>Nerval</strong> si rivela ancora a questo proposito: una rappre<br />
sentazione richiama un'altra, « jeunes f<strong>il</strong>les » richiamano « jeune f<strong>il</strong>le » —<br />
e in questo movimento si approfondisce la prospettiva intcriore entro<br />
cui si sv<strong>il</strong>uppano figurativamente e musicalmente le immagini del Valois.<br />
Riassumiamo per citazioni estrapolate la breve apparizione di Delphine:<br />
J'ai assistè autrefois a une représentation donnea a Senlis dans une<br />
pension de demoiselles.<br />
On jouait un mystère, — comme aux temps passés. (...).<br />
Une très belle f<strong>il</strong>le blonde parut avec une robe bianche, une coifiure<br />
de perles, une aurèole et une épée dorée, sur un demi-globe, qui figurait<br />
un astre éteint.<br />
Elle chantait: (...).<br />
Ceci se passait dans une époque monarchique. La demoiselle blonde<br />
était d'une des plus grandes fam<strong>il</strong>les du pays et s'appelait Delphine.<br />
— Je n'oublierai jamais ce nom! 20<br />
Anche qui nessuna apparente necessità logica nel racconto, ma una sem<br />
plice parentesi rammemorativa — una apparizione, subito scomparsa, che<br />
proprio per questo, se non conoscessimo la fitta rete di riferimenti tra<br />
un'opera e l'altra di <strong>Nerval</strong>, già sarebbe sufficiente a metterci in sospetto<br />
e a farci indagare le ragioni stesse del suo sorgere. « Je n'oublierai jamais<br />
19 Si noti che <strong>il</strong> disgiuntivo « mais » nella frase considerata ha valore parti<br />
colare, la sua funzione dovendo essere piuttosto asseverativa o consecutiva <strong>della</strong><br />
proposizione precedente (« Je n'étais pas un étranger, mais... »). Ci attenderemmo<br />
infatti un « car », « en effet » (o « car en effet »), un « si bien que », etc., oppure<br />
che <strong>il</strong> « mais » aprisse la frase in questo modo: « [... a l'étranger qui passe]. Mais<br />
je n'étais pas un étranger, j'étais emù... ». Le articolazioni sintattico-psicologiche<br />
sarebbero state analoghe allora a quelle del passo del Voyage. Invece nel testo di<br />
Angélique <strong>il</strong> « mais » sembra disgiungere la parola « étranger » che precede imme<br />
diatamente, senza che sia considerata la tessitura negativa in cui si situa e che<br />
esclude automaticamente <strong>il</strong> « mais » successivo. <strong>Nerval</strong> dunque o ha commesso una<br />
improprietà st<strong>il</strong>ist'ca o. passando sulle sfumature dell'articolazione sintattica, ha<br />
voluto dare maggior forza al passaggio étranger / j'étais emù. Nell'uri caso come<br />
nell'altro non si può non notare che è la parola « étranger » che richiede, riferen<br />
dosi a una realtà testuale da cui si esclude <strong>Nerval</strong>, l'imperiosità <strong>della</strong> precisazione<br />
che segue, introdotta dal pur pleonastico o improprio « mais ».<br />
-"> Angelice, I, pp. 192-3.