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ZBORNIK - Matica srpska

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ma e dopo Socrate e, su questa base, un uso prudente del post hoc,<br />

ergo propter hoc offre grandi opportunità per uscire dalle secche<br />

della “questione socratica".<br />

Anche la prospettiva sviluppata da Sarri aveva significative<br />

frecce al suo arco perché, mentre Democrito in un famoso frammento<br />

(peraltro isolato) proponeva di fare l'anima responsabile della<br />

cura del corpo, Socrate ha all'incirca invertito i termini della questione.<br />

Infatti ha insisto piuttosto sul primato dell'anima sul corpo,<br />

sulla sua maggiore importanza, quindi sull'irragionevolezza del preoccuparsi<br />

del corpo più che dell'anima. Dopotutto l'immagine che<br />

noi abbiamo del corpo di Socrate è l'immagine di un corpo non curato<br />

ma, a essere più precisi, trascurato, e pertanto comprensibilmente<br />

segnato da vistosi inestetismi (in primis il ventre prominente).<br />

Ora questa idea di cura (therapeia) non è solo attribuita a Socrate<br />

da Platone in un famoso passo dell'Apologia (29de) connotato<br />

dall'iteratività (29d6: lçgwn oÜÀper eÄwota, dicendo, come al suo<br />

solito), 3 non costituisce soltanto l'idea centrale del Clitofonte (e, più<br />

in generale, di un logos protreptikos che svariate fonti associano<br />

alla figura di Socrate e, sottolineo, a nessun'altra), non trova soltanto<br />

un preciso riscontro in un passo del De elocutione dello Pseudo-<br />

-Demetrio (296—7, solo in parte corrispondente al fr. VI A 31 Giannantoni),<br />

ma ha dalla sua un argomento che trascende l'esplorazione<br />

delle testimonianze dirette. Infatti l'idea del primato dell'anima e<br />

della cura dell'anima semplicemente non è attestato per epoche o<br />

autori anteriori a Socrate, mentre ricorre con larghezza nei testi dei<br />

suoi allievi quale idea già ben assestata e familiare ai loro occhi. La<br />

circostanza costituisce un indizio molto rassicurante intorno alla<br />

possibilità di ravvisare in Socrate colui che, con ogni verosimiglianza,<br />

ha introdotto una simile idea, instillandola nei suoi frequentatori<br />

abituali con tale forza da ottenere che gli allievi la vivessero e presentassero<br />

come un'idea ormai ben stabilita. Ora con ciò cominciamo<br />

a liberarci dalle complicazioni, non di rado artificiose, della<br />

“questione socratica" perché perveniamo a “mettere le mani" su un<br />

insegnamento molto caratterizzato, qualificante, coerente con la figura<br />

del filosofo e per la cui paternità c'è un solo candidato: Socrate<br />

stesso.<br />

3 Fu Antonio Capizzi in Socrate e i personaggi-filosofi di Platone. Uno studio<br />

sulle strutture della testimonianza platonica e un'edizione delle testimonianze<br />

contenute nei dialoghi (Roma 1970) a introdurre l'idea di “testimonianza iterativa"<br />

— ossia di testo nel quale si afferma che Socrate faceva o diceva abitualmente<br />

qualcosa — sostenendo che le testimonianze di questo tipo sono molto più affidabili<br />

e attendibili delle altre.<br />

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