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Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica 40.pdf - Bibliotheca ...

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LUC<br />

rum actìonis, <strong>di</strong>cere non possumus:<br />

populus tamen antequam e<strong>di</strong>t vo-<br />

cerà, età, dando ad intendere tal<br />

rito aversi nelle chiese per aposto-<br />

lica tra<strong>di</strong>zione. Delle istesse preci<br />

lucernarie si fa menzione appresso<br />

Clemente e Cassiano che compose<br />

un libro del modo <strong>di</strong> far orazione<br />

la notte. Anche s. Giovanni Cri-<br />

sostomo chiama lucernario 1' ufficio<br />

del quale lasciò scritto in psalm.<br />

1 1 8 : Ad solis occasum, quod etiam<br />

lucernarium appellamus, orandum<br />

scilicet; quia Lum ob <strong>di</strong>ei transitimi<br />

Deo gratias agimusj enume-<br />

ra sette ore canoniche per orare<br />

e <strong>di</strong>stesamente <strong>di</strong>scorre delle tre<br />

ore notturne <strong>di</strong> fare orazione. Ter-<br />

tulliano le chiamò notturne con-<br />

vocazioni, perchè non si recitavano<br />

privatamente in casa, ma pubblicamente<br />

in chiesa. Il Sarnelli nel<br />

tom. I, p. 1 1 3 delle Lett. eccles.<br />

parlando del can. IX del concilio<br />

Toletano I, riporta queste parole :<br />

Lucernarium vero, nisi in Ecclesìa,<br />

non legaturj aut si legatur in villa,<br />

praesente episcopo, vel presbitero,<br />

vel <strong>di</strong>acono legatur. Spiegandone<br />

poi il sentimento, <strong>di</strong>ce che in quan-<br />

to al lucernario, che non si legga<br />

se non in chiesa, <strong>di</strong>chiara che lucernarium<br />

<strong>di</strong>ce vasi in quei tempi<br />

il vespero, ora dell'ufficio così det-<br />

ta dalla stella vesper, poiché anticamente<br />

<strong>di</strong>cevasi verso il tramon-<br />

tare del sole, onde bisognava in<br />

chiesa accendere le lucerne. Ecco<br />

come Balsamone spiegò il can. XCI<br />

del sesto sinodo : et desinere ad<br />

complementum lucernarii, idest ves-<br />

pertini offìciì dominìcae ; così parimenti<br />

Prudenzio, avendo compo-<br />

sto alcuni inni per tutte le ore ca-<br />

noniche, il quinto sopra il vespe-<br />

ro intitolò ad accensionem lucer-<br />

naej dopo il quale seguita V altro<br />

,<br />

LUC 89<br />

inno intitolato ad sommtm , cioè<br />

per la compieta. La Compieta (Ve-<br />

<strong>di</strong>) poi recitavasi dopo cena, ver-<br />

so un'ora <strong>di</strong> notte, secondo l'uso<br />

monacale <strong>di</strong> quel tempo. Conchiude<br />

il Sarnelli, che per spiegare le<br />

parole del citato canone Toletano,<br />

cioè che il Lucernario non si leg-<br />

ge che in chiesa, ciò fu decretato,<br />

perchè dopo vespero il vescovo, il<br />

prete, o in assenza il <strong>di</strong>acono loro,<br />

spiegava le sacre scritture, come riporta<br />

Niceforo 1. 12, e. 34. In Cyprò,<br />

et in Caesarea Cappadocìam<br />

in sabbato, et dominica <strong>di</strong>e vespe-<br />

ri, et post lucernarum accensionem,<br />

episcopi et presbiteri sacras scriptu-<br />

ras populi exponunt. Ed acciocché<br />

ognuno vi fosse presente, furono<br />

tutti obbligati a recitare il vespero<br />

in chiesa, o se fosse in villa alla<br />

presenza del vescovo, del prete o<br />

del <strong>di</strong>acono , acciocché alcuni <strong>di</strong><br />

loro esporre potessero ai recitan-<br />

ti nel <strong>di</strong>vino ufficio le sacre scrit-<br />

ture.<br />

LUCHI Michelangelo, Car<strong>di</strong>na-<br />

le. Michelangelo Luchi nato in Bre-<br />

scia a' 20 agosto 1 744><br />

«'potè del<br />

francescano Bonaventura che Clemente<br />

XIII voleva creare car<strong>di</strong>na-<br />

le, e fratello del benedettino Luigi,<br />

ambedue chiari nella repubblica<br />

letteraria, <strong>di</strong>mostrò fino dall' infan-<br />

zia felici <strong>di</strong>sposizioni per le lettere.<br />

Dopo aver terminato i suoi stu<strong>di</strong><br />

abbracciò la vita monastica nell'abbazia<br />

<strong>di</strong> Monte Cassino, in<strong>di</strong> ebbe<br />

T incarico d' insegnarvi contemporaneamente<br />

filosofia e teologia, il<br />

che fece nel modo più <strong>di</strong>stinto. Co-<br />

prì poscia <strong>di</strong>verse cariche nella sua<br />

congregazione cassinese , e non ot-<br />

tenne che a stento il permesso <strong>di</strong><br />

de<strong>di</strong>carsi nel ritiro al suo gusto<br />

per lo stu<strong>di</strong>o. Egli si mostrò ben<br />

presto degno <strong>di</strong> camminare sulle

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