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Le vicende del confine orientale ed il mondo della scuola

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inter venti<br />

dall’insieme<br />

<strong>del</strong>le memorie<br />

emerge<br />

<strong>il</strong> racconto<br />

collettivo di<br />

una trag<strong>ed</strong>ia<br />

troppo presto<br />

dimenticata<br />

e un rimando<br />

essenziale allo<br />

studio <strong>del</strong> suo<br />

significato<br />

nella storia <strong>del</strong><br />

nostro paese<br />

100 • studi e documenti deg Li anna Li de LLa pubb Lica istruzione<br />

gli eventi, ma anche dal s<strong>il</strong>enzio che si stese, al sorgere <strong>del</strong>la guerra fr<strong>ed</strong>da,<br />

sulle tragiche <strong>vicende</strong> che li avevano visti incolpevoli protagonisti. Un<br />

s<strong>il</strong>enzio animato da diverse e tuttavia convergenti motivazioni, sostenute<br />

dalle forze di governo e di opposizione, e rotto solamente dalle strumentali<br />

profferte provenienti dalla destra estrema, attardata in una visione di<br />

nazionalismo esasperato che riportava indietro nel tempo. Solo con la caduta<br />

<strong>del</strong> Muro la situazione venne a modificarsi e la memoria <strong>del</strong>l’esodo,<br />

gelosamente custodita dagli istriani e dalle loro associazioni, ha conosciuto<br />

una rinnovata attenzione.<br />

Dunque un ricorso doveroso alle testimonianze dei protagonisti, attraverso <strong>il</strong> concorso<br />

prezioso <strong>del</strong>l’ANVGD <strong>del</strong> Piemonte, generoso tramite tra le comunità degli<br />

esuli e le scuole. Dall’insieme <strong>del</strong>le memorie emerge <strong>il</strong> racconto collettivo di<br />

una trag<strong>ed</strong>ia troppo presto dimenticata e un rimando essenziale allo studio <strong>del</strong><br />

suo significato nella storia <strong>del</strong> nostro Paese, lungo le linee tracciate da una consolidata<br />

storiografia, che ne r<strong>il</strong>eva <strong>il</strong> carattere inequivocab<strong>il</strong>e di conseguenza <strong>del</strong>la<br />

sconfitta patita dall’Italia in una guerra disastrosa.<br />

• L’analisi <strong>del</strong>l’esodo istriano in relazione ai giganteschi fenomeni di spostamenti<br />

di popolazione che caratterizzarono l’Europa al termine <strong>del</strong> secondo conflitto<br />

mondiale, dal Mare <strong>del</strong> Nord all’Adriatico, in particolare ai danni <strong>del</strong>le<br />

popolazioni legate – per loro storia – ai Paesi sconfitti. Un tema anch’esso<br />

poco studiato e volutamente ignorato a livello d’opinione sia nei Paesi che<br />

ne furono attori, sia in quelli che ricevettero i flussi di esodanti. Un atteggiamento<br />

comune che rivelava un rapporto irrisolto con quel passato, che risulta<br />

oggi necessario conoscere nella prospettiva europea, per la densità di lezioni<br />

che contiene sul presente e per le chiavi di lettura che offre sui conflitti che<br />

– alle soglie <strong>del</strong> nuovo m<strong>il</strong>lennio – hanno fatto tristemente riparlare di esodi<br />

e persecuzioni contro i civ<strong>il</strong>i come strumento feroce <strong>del</strong>la guerra.<br />

• L’attenzione d<strong>ed</strong>icata ai due termini «esodo» e «arrivo», congiuntamente considerati,<br />

con l’intenzione di analizzare non solo le forme <strong>del</strong>l’esodare ma anche<br />

quelle <strong>del</strong>l’inserimento nelle nuove realtà di approdo, sparse per ciò che<br />

riguarda l’Italia in più di cento località, da Nord a Sud.<br />

Questo versante di studi ha consentito, ad esempio nel caso di Torino e <strong>del</strong> Piemonte,<br />

di analizzare l’itinerario compiuto dalla comunità istriana dai momenti<br />

spaesanti <strong>del</strong>l’arrivo nel campo profughi sino alla laboriosa partecipazione alla stagione<br />

<strong>del</strong>la «grande trasformazione» e <strong>del</strong> «boom» economico, momento cruciale<br />

di costruzione di un rinnovato prof<strong>il</strong>o <strong>del</strong>le nostre regioni e città, a cui altri massicci<br />

arrivi venivano contribuendo in modo determinante, sospinti questa volta<br />

non dalla coercizione <strong>del</strong>l’es<strong>il</strong>io senza ritorno, ma dalle dure necessità <strong>del</strong> bisogno.<br />

Il ricostruire le <strong>vicende</strong> di questa presenza offre dunque motivi di studio legati

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