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Le vicende del confine orientale ed il mondo della scuola

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inter venti<br />

L’esodo fu<br />

determinato<br />

da un lungo<br />

st<strong>il</strong>licidio<br />

di partenze<br />

che senza<br />

soluzione<br />

di continuità<br />

interessò<br />

l’intera regione<br />

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certi casi fino<br />

agli inizi degli<br />

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52 • studi e documenti deg Li anna Li de LLa pubb Lica istruzione<br />

no apparire critici verso <strong>il</strong> sistema, ma pure quelli che, per <strong>il</strong> loro atteggiamento<br />

remissivo, cr<strong>ed</strong>evano di essere al sicuro.<br />

L’insieme dei fattori sin qui <strong>del</strong>ineati spinse molte persone ad abbandonare la<br />

propria terra e in pochi anni la Venezia Giulia si svuotò. <strong>Le</strong> partenze e le fughe<br />

dalle varie località <strong>del</strong>l’Istria, di Fiume e <strong>del</strong>la Dalmazia non avvennero tutte nella<br />

stessa epoca: l’esodo <strong>del</strong>le genti giuliano-dalmate si differenziò a seconda <strong>del</strong>la<br />

zona geografica, coprendo l’arco di oltre una quindicina di anni. Al di fuori <strong>del</strong><br />

caso specifico di Pola, dove la presenza <strong>del</strong>le truppe angloamericane permise la<br />

regolare organizzazione <strong>del</strong>le partenze (oltre 25.000 concentrate in pochi mesi<br />

tra <strong>il</strong> 1946 e <strong>il</strong> 1947), per <strong>il</strong> resto <strong>del</strong>la popolazione giuliana l’abbandono <strong>del</strong>la<br />

propria terra avvenne quasi sempre individualmente o per nucleo fam<strong>il</strong>iare, tra<br />

m<strong>il</strong>le difficoltà logistiche e burocratiche.<br />

Dopo l’esodo da Zara, colpita da pesanti bombardamenti alleati ancora nel 1943-<br />

1944, la prima città che vide partire una consistente parte <strong>del</strong>la sua popolazione<br />

fu Fiume. Nel biennio 1947-1948 l’esodo assunse un ritmo crescente e dimensioni<br />

ingenti anche, ma non solo, in tutta l’Istria centromeridionale e nelle isole<br />

(Pola, Pisino, Rovigno, Parenzo, Albona, Cherso, Lussino, Veglia). Dopo l’entrata<br />

in vigore <strong>del</strong> Trattato di Pace venne previsto un periodo in cui era possib<strong>il</strong>e<br />

optare per la cittadinanza italiana e, a partire dal marzo 1948, molte persone<br />

presentarono la domanda di opzione e poterono poi partire. Una seconda fase<br />

di opzioni fu poi attuata nel 1951 per coloro che non avevano voluto o potuto<br />

presentare domanda nel 1948.<br />

Nell’Istria settentrionale inclusa nella «Zona B» <strong>del</strong> TLT, buona parte <strong>del</strong>la popolazione<br />

decise invece, nello stesso periodo, di restare nei propri paesi nella speranza<br />

che l’intero territorio sarebbe stato prima o poi restituito all’Italia, anche<br />

alla luce <strong>del</strong> panorama politico internazionale che stava velocemente mutando.<br />

Molti sopportarono perciò per anni le angherie e le pressioni <strong>del</strong>le autorità jugoslave<br />

che raggiunsero <strong>il</strong> loro apice in concomitanza con le elezioni amministrative<br />

<strong>del</strong> 16 apr<strong>il</strong>e 1950 e con le violenze scatenate dal regime nell’ottobre 1953.<br />

Quando però, nell’ottobre 1954, <strong>il</strong> Memorandum d’Intesa di Londra decretò la<br />

fine <strong>del</strong> TLT e l’estensione <strong>del</strong>l’amministrazione civ<strong>il</strong>e jugoslava alla «Zona B»<br />

(nonché ad un piccolo pezzo di «Zona A» a sud di Trieste, con i «monti di Muggia»),<br />

ogni indugio fu rotto e anche Capodistria, Pirano, Isola, Buie e Umago si<br />

svuotarono in breve tempo. Anche se <strong>il</strong> Governo Italiano avrebbe rinunciato alla<br />

sovranità italiana sulla «Zona B» appena nel novembre 1975 con la firma <strong>del</strong><br />

trattato di Osimo, già nel 1954 fu evidente quale sarebbe stato l’assetto finale <strong>del</strong><br />

<strong>confine</strong> e svanirono le speranze di coloro che erano rimasti in attesa degli eventi.<br />

L’esodo fu in tal modo determinato da un lungo st<strong>il</strong>licidio di partenze che senza<br />

soluzione di continuità interessò l’intera regione fino alla fine degli anni Cinquanta,<br />

in certi casi fino agli inizi degli anni Sessanta.<br />

Dal punto di vista <strong>del</strong>l’estrazione sociale, l’esodo riguardò tutte le fasce <strong>del</strong>la popolazione,<br />

indipendentemente dal ceto e dalla colorazione politica dei singoli.

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