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Le vicende del confine orientale ed il mondo della scuola

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<strong>Le</strong> <strong>vicende</strong> de L <strong>confine</strong> orient a <strong>Le</strong> <strong>ed</strong> i L <strong>mondo</strong> de LLa s cuo La • 17<br />

<strong>del</strong> 2005: «– La Seconda guerra mondiale. Razzismi e stermini. La Shoah. – I movimenti<br />

di liberazione e le nuove democrazie. L’Italia dal fascismo alla democrazia<br />

repubblicana. <strong>Le</strong> innovazioni politiche e sociali <strong>del</strong> dopoguerra – Democrazia<br />

e comunismo nel dopoguerra. Il bipolarismo USA-URSS e l’equ<strong>il</strong>ibrio <strong>del</strong> terrore.<br />

ONU, decolonizzazione e neo-colonialismo. La guerra fr<strong>ed</strong>da fino alla caduta <strong>del</strong><br />

comunismo. Guerre locali e globali». Evidentemente si è ritenuto che le <strong>vicende</strong><br />

<strong>del</strong> <strong>confine</strong> <strong>orientale</strong> non meritino di essere evidenziate nelle Indicazioni al<br />

pari <strong>del</strong>la Shoah e dei movimenti di liberazione. Ciò non toglie che le scuole,<br />

o meglio, i singoli professori possano decidere di attribuire, nell’ambito <strong>del</strong>lo<br />

svolgimento <strong>del</strong> programma di storia contemporanea, <strong>il</strong> dovuto r<strong>il</strong>ievo alla<br />

«complessa vicenda <strong>del</strong> <strong>confine</strong> <strong>orientale</strong>». La celebrazione <strong>del</strong> «Giorno <strong>del</strong><br />

Ricordo» non esonera <strong>il</strong> professore di storia dal trattare le <strong>vicende</strong> <strong>del</strong> <strong>confine</strong><br />

<strong>orientale</strong> in prospettiva sistematica e disciplinare, avvalendosi almeno <strong>del</strong>le informazioni<br />

fornite dai manuali che, negli ultimi anni, forse anche per effetto<br />

<strong>del</strong>la istituzione <strong>del</strong> «Giorno <strong>del</strong> Ricordo» ma soprattutto in conseguenza <strong>del</strong><br />

mutato clima politico, nazionale e internazionale, riservano in genere spazi più<br />

o meno estesi all’argomento, non di rado riportando anche passi di opere storiografiche<br />

specializzate. Non si può negare che le <strong>vicende</strong> <strong>del</strong> <strong>confine</strong> <strong>orientale</strong><br />

fino a pochi anni fa pochissimo interessassero gli autori dei manuali di storia.<br />

Di ciò si sono date diverse spiegazioni, per lo più di matrice socio-politologica:<br />

idiosincrasie e preoccupazioni particolari degli autori, in genere provenienti<br />

da aree culturali <strong>ed</strong> ideologiche di «sinistra» o addirittura (così si spettegolava<br />

una volta) ins<strong>ed</strong>iati nelle catt<strong>ed</strong>re universitarie direttamente dal Partito<br />

comunista italiano, interessi convergenti <strong>del</strong> potere politico dominante, orientato<br />

a coprire le responsab<strong>il</strong>ità jugoslave nell’ottica dei «blocchi contrapposti»<br />

e <strong>del</strong>la «guerra fr<strong>ed</strong>da», ecc. Ora, dopo la caduta <strong>del</strong> muro di Berlino, la fine<br />

<strong>del</strong> comunismo (o di un certo tipo di comunismo) e <strong>del</strong>la Unione Sovietica, lo<br />

«sdoganamento <strong>del</strong>la destra», insomma dopo la liberazione da ipoteche ideologiche<br />

sacralizzate, persino gli autori di manuali scolastici sentirebbero <strong>il</strong> dovere<br />

di non far chiudere gli occhi dei loro lettori su <strong>vicende</strong> che comunque evocano<br />

le responsab<strong>il</strong>ità o, se si vuole, la corresponsab<strong>il</strong>ità dei partigiani comunisti<br />

jugoslavi. Comunque sia, oggi si può tranqu<strong>il</strong>lamente affermare che la<br />

<strong>scuola</strong> disponga degli strumenti di studio necessari per introdurre gli studenti<br />

alla conoscenza di quelle <strong>vicende</strong>. Insegnanti e studenti possono poi approfondire<br />

l’argomento con le risorse di cui abbonda <strong>il</strong> mercato culturale: opere<br />

di consultazione, riviste specializzate e libri d<strong>ed</strong>icati di rango universitario.<br />

Per non parlare di Internet, che, a proposito <strong>del</strong>le <strong>vicende</strong> <strong>del</strong> <strong>confine</strong> <strong>orientale</strong>,<br />

permette l’accesso non solo al d<strong>il</strong>agante ciarpame pseudoculturale, ma anche<br />

ad affidab<strong>il</strong>i imprese storiografiche. Il Regio decreto 7 maggio 1936-XIV,<br />

n. 762, recante: «Approvazione degli orari e programmi per le scuole m<strong>ed</strong>ie<br />

d’istruzione classica, scientifica, magistrale e tecnica», prev<strong>ed</strong>eva nella 3ª classe<br />

<strong>del</strong> Liceo classico lo studio <strong>del</strong> «nuovo assetto d’Europa in seguito ai trattati<br />

inter venti<br />

n on si può<br />

negare che<br />

le <strong>vicende</strong><br />

<strong>del</strong> <strong>confine</strong><br />

<strong>orientale</strong> fino<br />

a pochi anni<br />

fa pochissimo<br />

interessassero<br />

gli autori<br />

dei manuali<br />

di storia

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