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Le vicende del confine orientale ed il mondo della scuola

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<strong>Le</strong> <strong>vicende</strong> de L <strong>confine</strong> orient a <strong>Le</strong> <strong>ed</strong> i L <strong>mondo</strong> de LLa s cuo La • 57<br />

dei vari fattori che influenzarono le decisioni fu estremamente soggettivo e portò<br />

talvolta a soluzioni diametralmente opposte.<br />

La paura, i dubbi, le minacce, le vessazioni e le ritorsioni, che tanti subirono,<br />

furono patrimonio comune, se così può essere definito, sia di buona parte degli<br />

esuli che di buona parte dei connazionali rimasti e le sofferenze dei singoli<br />

continuarono spesso per decenni, anche dopo che la situazione politica si era<br />

ormai stab<strong>il</strong>izzata.<br />

L’organizzazione che raggruppava gli italiani rimasti a vivere in Jugoslavia era<br />

l’UIIF (Unione degli Italiani <strong>del</strong>l’Istria e di Fiume), che era stata costituita ancora<br />

in tempo di guerra, nel luglio 1944, con lo scopo di convogliare tutte le forze<br />

antifasciste italiane <strong>del</strong>la Venezia Giulia favorevoli all’annessione <strong>del</strong>la regione<br />

alla Jugoslavia. L’UIIF nacque dunque grazie all’iniziativa <strong>ed</strong> all’appoggio <strong>del</strong><br />

Partito comunista jugoslavo (PCJ) che si servì di tale organismo per inquadrare<br />

e controllare buona parte <strong>del</strong>la popolazione istriana di lingua italiana.<br />

L’UIIF cercò di svolgere fin dal primo dopoguerra un ruolo attivo per <strong>il</strong> mantenimento<br />

<strong>del</strong>la lingua e <strong>del</strong>la cultura italiana nella regione istriana <strong>ed</strong> a Fiume.<br />

Vennero promosse molteplici attività artistico-culturali: conferenze e convegni<br />

letterari e di poesia, manifestazioni musicali, spettacoli folkloristici, corali e f<strong>il</strong>odrammatici,<br />

rassegne e mostre di arte e di cultura varia. A livello <strong>del</strong>le singole<br />

località ove risi<strong>ed</strong>evano ancora numerosi connazionali, vennero fondati i Circoli<br />

Italiani di Cultura (CIC), subito diretti da intellettuali di provata f<strong>ed</strong>e titoista.<br />

L’opera <strong>del</strong>l’UIIF incontrò però quasi da subito difficoltà <strong>ed</strong> ostacoli, soprattutto<br />

dalle autorità <strong>del</strong>la Croazia e <strong>del</strong>la Slovenia, le due Repubbliche cioè alle quali<br />

erano state annesse l’Istria e Fiume. Soprattutto in concomitanza con i momenti<br />

di tensione tra l’Italia e la Jugoslavia, dovuti al protrarsi <strong>del</strong>la questione di<br />

Trieste, sui dirigenti <strong>del</strong>l’UIIF caddero minacce e accuse di tradimento e di nazionalismo<br />

e diversi di loro vennero epurati per la scarsa affidab<strong>il</strong>ità politica che<br />

avrebbero dimostrato agli occhi <strong>del</strong>le autorità superiori jugoslave.<br />

Il peso politico di quella che era ormai divenuta la minoranza italiana in Istria<br />

e a Fiume diminuì anche in conseguenza <strong>del</strong> peso numerico sempre più esiguo<br />

che i connazionali avevano in regione, dovuto anche alla forte immigrazione di<br />

genti provenienti da tutte le altre zone <strong>del</strong>la Jugoslavia. Dopo <strong>il</strong> 1947 infatti prese<br />

avvio un forte flusso migratorio da Sud e da Est, dalla Croazia, dalla Slovenia,<br />

dalla Bosnia, dalla Serbia e dalle altre Repubbliche jugoslave, per colmare, anche<br />

se solo in misura parziale, i vuoti lasciati dagli italiani.<br />

I vari censimenti jugoslavi <strong>del</strong> dopoguerra sancirono <strong>il</strong> progressivo calo numerico<br />

<strong>del</strong>l’elemento italiano nei territori c<strong>ed</strong>uti. La prima r<strong>il</strong>evazione ufficiale svolta<br />

nel marzo <strong>del</strong> 1948 nei territori appena annessi alla Jugoslavia registrò la presenza<br />

di 79.575 persone dichiaratesi italiane, in un periodo in cui molti erano<br />

già partiti o si stavano accingendo a farlo. Vistosa era poi la diminuzione registrata<br />

nel secondo censimento <strong>del</strong> marzo 1953 che v<strong>ed</strong>eva presenti solo 35.784<br />

italiani. Partirono in quel periodo anche buona parte di quelle persone che era-<br />

inter venti<br />

i vari<br />

censimenti<br />

jugoslavi<br />

<strong>del</strong> dopoguerra<br />

sancirono<br />

<strong>il</strong> progressivo<br />

calo numerico<br />

<strong>del</strong>l’elemento<br />

italiano nei<br />

territori c<strong>ed</strong>uti

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