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Le vicende del confine orientale ed il mondo della scuola

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<strong>Le</strong> <strong>vicende</strong> de L <strong>confine</strong> orient a <strong>Le</strong> <strong>ed</strong> i L <strong>mondo</strong> de LLa s cuo La • 13<br />

te <strong>il</strong> 25 giugno 1991. È tuttora diffuso <strong>il</strong> lamento sulla scarsa diffusione <strong>del</strong>la<br />

Relazione, specialmente nelle scuole (diffusione invece caldeggiata dai firmatari)<br />

10 . Mi sembra di poter dire che le relazioni italo-slovene rientrino tuttora<br />

a pieno titolo fra le questioni che la politica non è disposta a lasciare <strong>del</strong> tutto<br />

nelle mani degli studiosi.<br />

Se si deve dare retta a certi esperti, a <strong>scuola</strong> non si dovrebbe parlare né di storia<br />

né di cultura né di letteratura contemporanea. La grande preoccupazione (degli<br />

esperti e <strong>del</strong>la politica che li fa parlare) è che i professori approfittino <strong>del</strong>l’occasione<br />

per indottrinare gli alunni o fare propaganda, ovviamente di idee eversive<br />

o non gradite ai fam<strong>il</strong>iari degli studenti. In poche parole, c’è <strong>il</strong> timore che<br />

si faccia politica a <strong>scuola</strong>. Questa visione è anacronistica. Non possiamo farci<br />

condizionare da casi tanto deprecab<strong>il</strong>i quanto sporadici. Gli studenti sono<br />

più smaliziati di quel che vorrebbero farci cr<strong>ed</strong>ere certi strateghi <strong>del</strong>l’ignoranza.<br />

Con decreto 4 novembre 1996, n. 682 <strong>il</strong> ministro Berlinguer stab<strong>il</strong>ì che «i<br />

limiti cronologici fissati dai vigenti programmi ministeriali per la suddivisione<br />

annuale <strong>del</strong> programma di storia valevole per <strong>il</strong> quinquennio dei Licei classici,<br />

scientifici, linguistici e degli Istituti tecnici sono modificati secondo le seguenti<br />

indicazioni di massima:<br />

1° anno: dalla Preistoria ai primi due secoli <strong>del</strong>l’Impero Romano;<br />

2° anno: dall’età dei Severi alla metà <strong>del</strong> XIV secolo;<br />

3° anno: dalla crisi socio-economica <strong>del</strong> XIV secolo alla prima metà <strong>del</strong> Seicento;<br />

4° anno: dalla seconda metà <strong>del</strong> Seicento alla fine <strong>del</strong>l’Ottocento;<br />

5° anno: <strong>il</strong> Novecento.<br />

La norma prende in considerazione i Licei e gli Istituti tecnici. Negli Istituti<br />

professionali e d’arte, ai quali non si applicano le modifiche previste dal decreto,<br />

i docenti nell’ultimo anno di corso devono comunque ampliare e approfondire<br />

la conoscenza <strong>del</strong>le <strong>vicende</strong> <strong>del</strong> Novecento.<br />

I programmi vigenti <strong>del</strong>la <strong>scuola</strong> secondaria superiore sono differenziati e risalgono<br />

ad epoche diverse. Mi limito a presentare qualche esempio.<br />

10. V<strong>ed</strong>i l’interrogazione a risposta scritta 4-02510 XV legislatura – Allegato B ai resoconti – s<strong>ed</strong>uta<br />

<strong>del</strong>l’8 febbraio 2007. La commissione suggerì: a) una presentazione pubblica ufficiale <strong>del</strong>la<br />

relazione nelle due capitali, possib<strong>il</strong>mente in s<strong>ed</strong>e universitaria; b) la pubblicazione <strong>del</strong> testo<br />

nelle versioni italiana e slovena; c) la raccolta e pubblicazione degli studi di base; d) la diffusione<br />

<strong>del</strong>la relazione nelle scuole secondarie. L’interrogante fece notare, tra l’altro, che la commissione<br />

italo-croata non è mai stata operativa. Nella risposta scritta si afferma che «non appare opportuna<br />

una nuova pubblicazione ufficiale <strong>del</strong>la relazione [pubblicata ufficialmente dalla parte slovena<br />

nell’agosto 2001], mentre potrebbe essere ut<strong>il</strong>e una sua diffusione nel <strong>mondo</strong> <strong>del</strong>la cultura<br />

e <strong>del</strong>la <strong>scuola</strong>». Non risulta, peraltro, che alle parole (relative alla diffusione nel <strong>mondo</strong> <strong>del</strong>la<br />

cultura e <strong>del</strong>la <strong>scuola</strong>) siano seguiti i fatti.<br />

inter venti<br />

c ’è <strong>il</strong> timore<br />

che si faccia<br />

politica<br />

a <strong>scuola</strong>.<br />

Questa visione<br />

è anacronistica

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