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Le vicende del confine orientale ed il mondo della scuola

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inter venti<br />

L’allora<br />

ministro <strong>del</strong>la<br />

pubblica<br />

istruzione<br />

Berlinguer,<br />

con notevole<br />

sensib<strong>il</strong>ità<br />

e coraggio,<br />

invitò<br />

insegnanti<br />

<strong>ed</strong> autori<br />

di manuali<br />

scolastici a<br />

colmare la<br />

grave lacuna<br />

riguardante<br />

le <strong>vicende</strong><br />

storiche <strong>del</strong>le<br />

terre giulianodalmate<br />

172 • studi e documenti deg Li anna Li de LLa pu BBLica istruzione<br />

Italia rivolti a docenti <strong>ed</strong> allievi <strong>del</strong>la <strong>scuola</strong> superiore, negli anni in cui l’allora<br />

ministro <strong>del</strong>la Pubblica istruzione Berlinguer, con notevole sensib<strong>il</strong>ità e coraggio,<br />

invitò insegnanti <strong>ed</strong> autori di manuali scolastici a colmare la grave lacuna<br />

riguardante le <strong>vicende</strong> storiche <strong>del</strong>le terre giuliano-dalmate. Qui a Pescara la risposta<br />

fu imm<strong>ed</strong>iata <strong>ed</strong> entusiastica, grazie anche al clima di collaborazione e di<br />

simpatia che mia madre ha saputo creare nell’ambiente cittadino in qualunque<br />

settore, culturale e politico.<br />

Per l’occasione si formò un affiatato «gruppo di lavoro» con studiosi di alto prof<strong>il</strong>o,<br />

alcuni celebri come Aldo Duro, direttore <strong>del</strong> Vocabolario <strong>del</strong>la Lingua Italiana<br />

per l’enciclop<strong>ed</strong>ia Treccani, altri, di origine locale abruzzese, che avrebbero<br />

conquistato fama successiva grazie alla profonda conoscenza <strong>del</strong>la questione<br />

adriatica (penso agli amici Fares, Di Cintio, Centorame…).<br />

La fine degli anni Novanta, dunque, coincise con lo sdoganamento di quella<br />

«storia strappata», non senza strascichi di polemiche e di astiosità, addirittura<br />

con lo spettro <strong>del</strong> «negazionismo» agitato da storici di parte (lo ha ricordato<br />

Pao lo Mieli nell’articolo che citerò più avanti). Eppure in seguito, ancora una<br />

volta, una barriera di indifferenza e di ignoranza ha rinchiuso la <strong>scuola</strong> nel suo<br />

spazio angusto di «non luogo», in cui spesso si muovono giovani <strong>ed</strong> adulti alla<br />

ricerca <strong>del</strong>la propria identità.<br />

«Allora scrivete […] scrivete la vostra storia! Dovete scriverla per farcela conoscere!».<br />

Ho nelle orecchie ancora le parole <strong>del</strong> prof. Sabbatucci, intervenuto ad un incontro<br />

presso <strong>il</strong> Liceo classico di Pescara per presentare <strong>il</strong> suo ultimo manuale<br />

scolastico. Con lui proprio mia madre ebbe un vivace scambio di idee in merito<br />

all’assenza – più volte da noi rimarcata – <strong>del</strong>l’argomento «foibe» sulle pagine<br />

dei testi di storia. Ma ancora oggi, a circa 10 anni di distanza da quel dibattito,<br />

la storia «strappata» è più o meno la stessa. Eppure, con la <strong>Le</strong>gge <strong>del</strong> 30 marzo<br />

2004 n. 92, si è istituito <strong>il</strong> «Giorno <strong>del</strong> Ricordo» per «conservare e rinnovare la<br />

memoria <strong>del</strong>la trag<strong>ed</strong>ia degli italiani e di tutte le vittime <strong>del</strong>le foibe e <strong>del</strong>l’esodo […]<br />

nel secondo dopoguerra» (art. 1), con particolare riferimento proprio ai «giovani<br />

<strong>del</strong>le scuole di ogni ordine e grado» (art 2). Eppure è ricchissima l’<strong>ed</strong>itoria sull’argomento,<br />

perché un’attività instancab<strong>il</strong>e, dal dopoguerra ad oggi, ha prodotto<br />

libri, articoli, saggi, opuscoli scritti con rigore storico dagli stessi testimoni di<br />

quelle terrib<strong>il</strong>i <strong>vicende</strong> (Toth, Talpo, De Vergottini); quindi molto prima che <strong>il</strong><br />

prof. Sabbatucci ci esortasse a «scrivere»!<br />

Bruno Vespa, in una <strong>del</strong>le puntate di «Porta a Porta» di qualche anno fa, d<strong>ed</strong>icata<br />

proprio al «Giorno <strong>del</strong> Ricordo», si meravigliò <strong>del</strong>la ricchezza <strong>del</strong>la pubblicistica<br />

proveniente dagli ambienti degli esuli. A ciò aggiungo che i nostri «veci»<br />

(io appartengo alla seconda generazione), si sono rapidamente adeguati ai tempi,<br />

per cui tutto questo immenso e prezioso materiale è oramai disponib<strong>il</strong>e online<br />

attraverso una pluralità di siti in continuo aggiornamento. Fortunatamente,<br />

però, storici e studiosi di fama, insieme a giornalisti accr<strong>ed</strong>itati, si occupano sempre<br />

più spesso <strong>del</strong>la storia «strappata»: tra gli ultimi, Polo Mieli ha d<strong>ed</strong>icato un

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