31.05.2013 Views

Le vicende del confine orientale ed il mondo della scuola

Le vicende del confine orientale ed il mondo della scuola

Le vicende del confine orientale ed il mondo della scuola

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

inter venti<br />

f ece molta<br />

impressione<br />

<strong>il</strong> cambio <strong>del</strong>la<br />

valuta, con<br />

l’introduzione<br />

<strong>del</strong>la «jugo-lira»<br />

e poi la pubblica<br />

campagna di<br />

demonizzazione<br />

dei «nemici<br />

<strong>del</strong> popolo»<br />

46 • studi e documenti deg Li anna Li de LLa pubb Lica istruzione<br />

perti e studiati negli anni Novanta, confermano l’alta percentuale di dec<strong>ed</strong>uti<br />

tra coloro che furono deportati, nei territori jugoslavi. Forse <strong>il</strong> fatto più clamoroso<br />

riguarda la detenzione di oltre 140 prigionieri italiani nelle carceri lubianesi<br />

<strong>del</strong>l’OZNA, la cui sorte era nota fin dal rientro (1947) di alcuni sopravvissuti:<br />

un centinaio furono eliminati, a sei mesi dalla fine <strong>del</strong>la guerra senza processo.<br />

Tra questi una ventina di giovani patrioti <strong>del</strong> Corpo Volontari <strong>del</strong>la Libertà.<br />

Nell’apr<strong>il</strong>e 1947, l’ufficio preposto alla ricerca dei dispersi, dipendente dal Governo<br />

M<strong>il</strong>itare Alleato di stanza a Trieste, tracciò un b<strong>il</strong>ancio sulla base <strong>del</strong>le proprie<br />

informazioni: risultava in possesso di 3419 segnalazioni di scomparsi in seguito<br />

all’arresto jugoslavo (1492 a Trieste, 1100 a Gorizia e 827 a Pola), compresi circa<br />

1300 m<strong>il</strong>itari, mentre nessuna notizia era stata fornita dalle autorità jugoslave<br />

ins<strong>ed</strong>iate nella zona B <strong>del</strong>la Venezia Giulia. I dati, così, si fermavano alle tre<br />

aree <strong>del</strong>la Zona A, senza ulteriori dettagli, mentre si ammetteva che dalla zona B<br />

(in quel momento da intendersi ancora come tutta l’Istria, Fiume compresa) le<br />

autorità m<strong>il</strong>itari jugoslave non avevano fornito alcuna notizia, come avrebbero<br />

dovuto fare, nel rispetto degli accordi di Belgrado.<br />

Tirando dunque le somme di una vicenda che non consente ancora certezze, oggi<br />

si propende ad indicare in 4000-5000 <strong>il</strong> numero degli scomparsi. I calcoli più<br />

riduttivi, condizionati però dalla frammentarietà <strong>del</strong>le informazioni fornite dai<br />

parenti nel dopoguerra, limitano a 933 i morti nei territori <strong>del</strong>le attuali province<br />

di Gorizia e Trieste. Quelli più ampi, che abbracciano anche Fiume e la Dalmazia<br />

parlano di 10.137 «caduti per l’italianità», categoria entro la quale possono venire<br />

fatti rientrare anche vittime <strong>del</strong>la violenza di guerra, oltre che di quella politica.<br />

esodo<br />

Il complesso fenomeno <strong>del</strong>l’esodo è stato generato da diversi motivi: dal terrore<br />

provocato dalle stragi <strong>del</strong> 1943 e continuato nel dopoguerra con arresti e sparizioni<br />

nei territori sotto amministrazione jugoslava, alle condizioni economiche<br />

e sociali poste dai Poteri Popolari. Inizialmente la popolazione nella sua maggioranza<br />

era rimasta in fiduciosa attesa <strong>del</strong>le decisioni <strong>del</strong>la Conferenza di Parigi,<br />

ritenendosi estranea alle responsab<strong>il</strong>ità di violenze e prevaricazioni passate. Poi,<br />

quando si prof<strong>il</strong>ò l’ipotesi di un plebiscito sulla Venezia Giulia, stante la situazione<br />

a Trieste, le autorità f<strong>il</strong>ojugoslave si adoperarono per semplificare <strong>il</strong> quadro<br />

di fe<strong>del</strong>tà politica, con l’epurazione dei soggetti contrari o solo indifferenti al regime<br />

e con m<strong>il</strong>le altri ostacoli alla libera attività imprenditoriale e professionale.<br />

Fece molta impressione <strong>il</strong> cambio <strong>del</strong>la valuta, con l’introduzione <strong>del</strong>la «jugo-lira»<br />

e poi la pubblica campagna di demonizzazione dei «nemici <strong>del</strong> popolo». Ben<br />

più grave era la situazione a Fiume, completamente isolata e non più compresa<br />

nelle trattative internazionali, dalla quale, tra <strong>il</strong> 1945 e <strong>il</strong> 1948 si allontanò compattamente<br />

quasi tutta la popolazione italiana. Una situazione analoga a quella

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!