31.05.2013 Views

Le vicende del confine orientale ed il mondo della scuola

Le vicende del confine orientale ed il mondo della scuola

Le vicende del confine orientale ed il mondo della scuola

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

<strong>Le</strong> <strong>vicende</strong> de L <strong>confine</strong> orient a <strong>Le</strong> <strong>ed</strong> i L <strong>mondo</strong> de LLa s cuo La • 47<br />

di Pola, garantita fino al 1947 dagli angloamericani, ma dalla sorte segnata, soprattutto<br />

dopo la grave strage di Vergarolla – l’esplosione di un deposito di residuati<br />

su una spiaggia aperta al pubblico – e la notizia che la soluzione diplomatica<br />

la escludeva da qualsiasi restituzione all’Italia. Col Trattato di Pace i due terzi<br />

<strong>del</strong>la Venezia Giulia furono c<strong>ed</strong>uti alla Jugoslavia (la città di Gorizia perdette<br />

un terzo <strong>del</strong> territorio comunale) e <strong>il</strong> restante fu diviso in due Zone, una angloamericana,<br />

«Zona A» e una jugoslava, «Zona B», col proposito di dare vita a un<br />

Territorio Libero di Trieste.<br />

La condizione di precarietà si protrasse fino al 1954, con un esodo dai territori<br />

c<strong>ed</strong>uti verso l’Italia oppure verso Trieste. Agli inizi degli anni Cinquanta le<br />

autorità locali <strong>del</strong>la «Zona B» accentuarono <strong>il</strong> carattere persecutorio verso quegli<br />

italiani ancora tiepidi al regime: chiusura <strong>del</strong>le scuole italiane, limitazioni ai<br />

passaggi <strong>del</strong>la frontiera, vessazioni tributarie portarono ad un altro esodo – che<br />

qualcuno si ostina a chiamare economico – maturato nell’ost<strong>il</strong>ità. Anche i comunisti<br />

istriani, dopo la crisi tra Stalin e Tito <strong>del</strong> 1948, conobbero le persecuzioni:<br />

coloro che non si erano allineati al regime jugoslavo dovettero riparare<br />

in Italia oppure finirono nei gulag titini, come la famigerata Isola Calva (Goli<br />

Otok). Alcuni italiani cercarono di dare vita a forme di opposizione al regime di<br />

Tito, come gli autonomisti di Fiume, o di legittima rappresentanza politica come<br />

i socialisti a Rovigno, i repubblicani <strong>ed</strong> i cattolici a Isola ma furono stroncati<br />

con arresti e processi-farsa.<br />

Con le rettifiche confinarie <strong>del</strong> 1954 e <strong>il</strong> passaggio <strong>del</strong>la «Zona A» all’amministrazione<br />

italiana si aggiunse un altro flusso di profughi agli esuli <strong>del</strong>l’imm<strong>ed</strong>iato<br />

dopoguerra.<br />

Circa 80.000 persone si sono fermate a Trieste. Furono costruiti nuovi borghi per<br />

ospitarli, anche in territorio compattamente sloveno, ma ciò non provocò alcun<br />

motivo di scontro. Campi profughi e borghi istriani non divennero covi di terrorismo<br />

revanscista grazie all’opera <strong>ed</strong>ucativa condotta dal clero istriano esodato<br />

con <strong>il</strong> suo popolo, alla <strong>scuola</strong> e alle organizzazioni messe in pi<strong>ed</strong>i per coltivare e<br />

non far cessare le tradizioni. Anzi, si è formata una classe dirigente di origine istriana<br />

che ha avuto ruolo r<strong>il</strong>evante a Trieste dagli anni Cinquanta ai nostri tempi.<br />

Gli esuli giuliani furono accolti in Italia con opposti sentimenti: le difficoltà <strong>del</strong><br />

dopoguerra e la povertà diffusa creava motivi di frizione ma anche di grande solidarietà<br />

fondata sull’identità patriottica. Da alcuni ambienti comunisti giunsero<br />

attacchi calunniosi: mentre centinaia di operai monfalconesi si recavano volontari<br />

in Jugoslavia ad <strong>ed</strong>ificare <strong>il</strong> socialismo, chi fuggiva davanti a un regime<br />

popolare non poteva che essere un fascista.<br />

Alla fine la presenza italiana in Istria e Dalmazia è stata ridotta così ai minimi termini,<br />

salvaguardata oggi solo da un forte impegno finanziario <strong>del</strong>lo Stato italiano.<br />

Gli esuli furono sistemati nei Centri Raccolta Profughi, ricavati in scuole e caserme,<br />

poi in campi profughi allestiti con baracche di legno e cartone catramato.<br />

Una vita diffic<strong>il</strong>e e grama segnata dal dolore dei più anziani, la nostalgia degli<br />

inter venti<br />

gli esuli<br />

giuliani furono<br />

accolti in italia<br />

con opposti<br />

sentimenti:<br />

le difficoltà<br />

<strong>del</strong> dopoguerra<br />

e la povertà<br />

diffusa<br />

creava motivi<br />

di frizione<br />

ma anche<br />

di grande<br />

solidarietà<br />

fondata<br />

sull’identità<br />

patriottica

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!